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Kassai, il gigante che ama il giallo facile

A incrociarlo, ti rendi conto di quanto sia imponente Viktor Kassai, l'arbitro ungherese, alto quasi 190 cm, che dirigerà il quarto fra Germania e Italia. La designazione testimonia come Collina creda in lui nonostante il grave errore commesso nella partita inaugurale Francia-Romania. In quell'occasione il fischietto magiaro, che due anni fa abbandonò il lavoro di agente di viaggio per divenire arbitro professionista, convalidò la rete di Giroud nonostante la gomitata del centravanti transalpino al portiere Tatarusanu. Giusto invece il rigore assegnato ai romeni, fallo di Evra su Stanciu.

Per sua fortuna il designatore italiano gli ha concesso una nuova opportunità e lui l'ha sfruttata bene in Italia-Svezia. Una specie di risarcimento danni dopo la cacciata dal precedente europeo per colpa di un addizionale che non vide un gol fantasma dell'Ucraina contro l'Inghilterra. Tutti a casa. Stavolta il designatore è stato più paziente.

Riecco quindi Kassai con gli azzurri che aveva incrociato nella gara d'esordio di Euro 2012 con la Spagna, finita in parità. Per noi un bilancio positivo, meno sul fronte opposto. Nei 3 precedenti la Germania ha colto una vittoria, un pareggio e una sconfitta pesante con la Spagna nella semifinale del Mondiale 2010. In quella circostanza l'arbitro ungherese non aveva compiuto neanche 35 anni: un enfant-prodige. Un anno dopo diresse la finale di Champions League a Londra, vinta nettamente dal Barcellona sul Manchester United: mai nessuno c'era riuscito a un'età così giovane. Per lui una stagione trionfale culminata con il premio di miglior arbitro al mondo da parte dell'istituto di statistica IFFHS. A dispetto d'una carriera tanto importante, la Fifa non lo portò ai Mondiali in Brasile facendo riferimento più alla geopolitica che alla meritocrazia.

Adesso è in lizza per dirigere la finale di Euro 2016 a patto che faccia bene nel quarto di Bordeaux. Quindi una garanzia. Ma occhio alla sua propensione al giallo, che non è solo un genere letterario, ma in questo caso il colore delle ammonizioni. L'Italia, assorbita la squalifica di Thiago Motta, ha tutta una squadra in diffida: Buffon, Sirigu, Barzagli, Bonucci, Chiellini, De Sciglio, De Rossi, Pellè, Eder, Zaza e Insigne. Di queste un paio severe, 3-4 evitabili con un comportamento più equilibrato. Vedi Sirigu, Zaza, Pellè. In semifinale le ammonizioni si azzerano, le squalifiche no. L'avviso ai naviganti è forte e chiaro. E poi, se dovessimo parlarne, lo faremmo con l'Italia in semifinale.

Un bel baratto.

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