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Kramer e la finale scordata: "Ho un vuoto di 15 minuti"

Vi ricordate di Christoph Kramer? Si, è proprio colui che nel 2014 a causa di un colpo alla testa perse i sensi e la memoria

Kramer e la finale scordata: "Ho un vuoto di 15 minuti"

Vi ricordate di Christoph Kramer? Si, è proprio colui che nel 2014 a causa di un colpo alla testa perse i sensi e la memoria. Il tedesco - dopo lo scontro con Garay - dichiarò: "Non mi ha mai chiesto scusa, ma chissà, magari ho dimenticato pure quello". La botta, riscontrata il 13 luglio 2014 durante la finale del Mondiale tra Germania e Argentina, gli costò un trauma cranico per il quale perse la memoria. Il forfait di Khedira a poche ore dall'inizio del match costrinse Löw a schierare dall'inizio il centrocampista che, alla sua prima apparizione da titolare con la Nazionale, era ovviamente agitato, sorpreso ma contemporaneamente tranquillizzato dai compagni di squadra. Lo stesso Kramer ha infatti rivelato: "Ad anni di distanza posso dire che ciò che mi ha aiutato a non perdere la calma è stata la normalità con la quale Löw mi disse che avrei giocato. Nessuno mi ha detto che era l’occasione della vita, nessuno mi ha chiesto se me la sentivo. Per loro era semplicemente normale. Per questo sarò sempre grato allo staff tecnico".

Kramer e l'incubo Higuain

Il classe '91 è stato corteggiato da Napoli, Juventus e Milan, tutte squadre con cui avrebbe potuto affrontare Higuain di cui Christop non ha proprio un buon ricordo: "Dal momento dello scontro con Garay non ricordo nulla, non ho nemmeno percepito dolore. Il primo ricordo che ho è con i medici dentro gli spogliatoi. Ho un vuoto di 15 minuti. I dottori mi stavano tranquillizzando, dicendo che eravamo ancora sullo 0-0. Nel mio subconscio ero sicuro che l’Argentina fosse in vantaggio per il gol di Higuain. L’arbitro però glielo aveva annullato pochi secondi prima del mio infortunio. Eppure avevo la convinzione che fosse gol".

Kramer: la leggenda

Un episodio che ha contribuito sicuramente a renderlo protagonista di quella finale: "Dal punto di vista mediatico per me è stato un episodio positivo, perfino una fortuna. La gente mi collega alla finale dei mondiali e nella vita ci sono cose peggiori di questa. Però non è una storia della quale vado fiero. È stato il momento più bello della mia vita. Quando mi incontro con uno dei giocatori che facevano parte di quella nazionale provo una sensazione particolare. Siamo uniti da qualcosa di magico, speciale.

Questo non me lo toglierà mai nessuno".

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