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L’Inter mette la quarta e ringrazia Perisic Ora Pioli può sognare

Friulani in vantaggio, poi doppietta del croato Il tecnico: «Noi ok, ce la giocheremo con tutti»

L’Inter mette la quarta e ringrazia Perisic Ora Pioli può sognare

Mettere la quarta e riprendere il discorso interrotto dalla pausa invernale. L’Inter c’è e, anche per bocca del suo allenatore Stefano Pioli, lancia un chiaro messaggio al campionato: «Siamo una squadra competitiva, che può giocarsela con chiunque». La quarta vittoria consecutiva rappresenta quasi un evento: era da novembre 2015, infatti, che i nerazzurri non riuscivano in un filotto di successi così lungo. La ricetta sembra semplice, grandi giocatori e un allenatore che sa leggere le partite. Ma di certo così non è stato per quanto visto sul campo di Udine, dove l'Inter vince da due anni consecutivamente senza sapere di preciso come, anche se nel secondo tempo c'è stata una reazione che fa ben sperare: «Si è visto qualche errore di troppo, ma l’atteggiamento è stato esemplare e come punto di partenza su cui continuare a lavorare questo è fondamentale» ha precisato Pioli. I tre punti, pesantissimi, sono arrivati al termine di una gara sofferta, decisa da due reti di Perisic dopo un primo tempo dove i friulani hanno trovato la rete con Jankto e sfiorato più volte il raddoppio (vedi il palo di De Paul). Quelli del croato sono numeri importanti: perché se è vero che non segnava dal gol al Milan nel derby del 20 novembre scorso, è altrettanto vero che le sue marcature risultano sempre decisive. Cosa che, in una squadra dove in gol andava solo Icardi, è una vera manna dal cielo. Il bottino personale di Perisic finora è di sei reti messe a segno che hanno portato all'Inter ben 11 punti in classifica: gol vittoria contro la Juventus e rete del pari con il Bologna; ha sbloccato il match contro il Crotone quando si era ancora sullo 0-0 e suo è stato il gol del 2-2 nel già citato derby contro il Milan. Ora la doppietta di Udine. Dalle stelle alle stalle: perché a Udine particolarmente in difficoltà sono apparsi Murillo e D'Ambrosio, mentre a centrocampo Banega è apparso spaesato e Kondogbia il solito dispensatore di giocate sopraffine alternate a vuoti inspiegabili di concentrazione. Nella ripresa il cambio di marcia, grazie anche all'ingresso di Joao Mario per lo stesso Banega: «È un segnale a noi stessi – ha proseguito ancora Pioli – vuol dire che il lavoro che stiamo facendo poi dà i frutti». Una squadra che, nonostante il mercato aperto, pare aver trovato finalmente una sua fisionomia definitiva: «Abbiamo grandi ambizioni ma siamo ancora in ritardo – ha ammonito Pioli – per cui testa al Chievo per allungare questa serie che inizia a essere importante ma che va ancora sostenuta». Gara in cui mancherà Brozovic, squalificato, oltre a Felipe Melo che ieri ha salutato tutti firmando un contratto fino al 2019 con il Palmeiras. A Verona ci sarà però Roberto Gagliardini, che ieri non ha giocato con l'Atalanta: «Viste le cessioni, un giocatore in mezzo servirà – ha ammesso Pioli – Gagliardini mi piace e ci piace.

Ci penserà la società».

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