Sport

Le lacrime sono anche napoletane I record non bastano per il sorpasso

Gli azzurri abbattono la Sampdoria e il primato di vittorie poi la beffa sul gong. Sarri: «Migliorarci ora sarà molto costoso»

Federico Malerba

La ventiseiesima vittoria in campionato (record nella storia del club, dopo quello di punti stabilito la settimana scorsa) è anche la più triste della stagione del Napoli. Non serve per artigliare il secondo posto anche se fino alla fine, fino al gol di Perotti che ha steso il Genoa dopo 90' di resistenza, il miracolo era sembrato possibile. Non servono gli ultimi quattro gol, che portano il totale a 94 e il parziale in trasferta a 50 (primato assoluto), e non serve nemmeno il sigillo di Mertens che chiude dietro a Dzeko anche nella classifica dei marcatori.

Eppure non è inutile l'ultimo show di una squadra che nel girone di ritorno ha fatto più punti di tutti (48), anche più della Juventus. Questo è un Napoli che non solo ha le credenziali per superare il preliminare di Champions in carrozza, ma se saprà rinforzarsi soprattutto in difesa, l'anno prossimo potrà ripartire per giocarsi lo scudetto con una convinzione superiore. Lo dice anche Sarri, che al lieto fine dice di aver sempre creduto poco («era chiaro che negli ultimi minuti sarebbe stato un arrembaggio della Roma contro una squadra già salva») ma alla stagione dei suoi dà comunque «un voto altissimo» e per una volta è d'accordo con De Laurentiis che definisce «straordinaria» l'annata dei suoi. «Siamo contenti perché abbiamo la sensazione che stiamo continuando a crescere - spiega il tecnico -, soprattutto come mentalità. Migliorare questa squadra non sarà semplice e potrebbe essere molto costoso».

Ha ragione, Hamsik e compagni sono un collettivo perfetto e giocano a memoria. Alla fine la vittoria sulla Samp (la quinta consecutiva) può sembrare facile e scontata, ma per oltre mezzora è stata partita vera con i blucerchiati che chiudevano bene gli spazi. Il Napoli non ha perso mai la pazienza, ha fatto girare palla e alla distanza ha fatto la differenza grazie ai suoi attaccanti, che oltre a muoversi in armonia nello spartito tattico hanno anche la qualità individuale.

I primi due gol sono altrettante perle di Mertens e Insigne: sblocca una voleè letale del belga, che scavalca Puggioni approfittando di una sciagurata respinta di Regini, poi il solito destro a giro di Insigne mette la partita in ghiaccio alla fine del primo tempo. Da lì in poi è accademia. Le reti di Hamsik e di Callejon suggellano azioni corali, quella di Quagliarella è una parentesi indolore come la firma finale di Alvarez. Nella ripresa la vera partita si gioca all'Olimpico e sugli spalti di Marassi, con i napoletani attaccati alle radioline e il pubblico di casa che festeggia i gol della Roma con le solite pessime canzoni sul Vesuvio: questione di gemellaggi (i tifosi azzurri ne hanno uno coi genoani) e di ordinaria inciviltà.

Meglio dimenticare in fretta e pensare al futuro, che tra due mesi e mezzo (andata il 15 o 16 agosto, ritorno il 22 o 23) sarà il preliminare di Champions. «Cercheremo di fare una preparazione logica - conclude Sarri -, probabilmente faremo carichi di lavoro meno elevati ma dobbiamo valutare quanto potremmo pagare nel medio periodo».

Ci pensi bene perché l'anno prossimo, per il Napoli, sarà quello della verità.

Commenti