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L'acuto di Niang e lo scivolone di Mihajlovic

di Franco OrdineL a prima notte (milanese) da Milan non è solo la piccola festa per la scoperta di un altro ragazzo del '94 che può garantire un futuro migliore al club in compagnia di un drappello di coetanei (Donnarumma, Romagnoli, Calabria, Locatelli). La prima notte da Milan a San Siro per Niang è di quelle da non dimenticare sia per i due gol sia per molte altre giocate, a eccezione dei tocchi di tacco realizzati in eccesso (addirittura 8 per gli statistici). Infatti a stretto giro di social sono arrivati i complimenti di Balotelli («sei forte fratello») e in diretta tv la citazione per Galliani un giorno partito all'improvviso per la Francia con lo scopo di portare a casa quel ragazzo con la cresta, che non aveva ancora la patente e che grazie ad Allegri (lo lanciò addirittura a Barcellona e lui finì contro un palo) e a Gasperini al Genoa, è diventato un luccichio nella serata dei 4 gol alla Samp.La prima notte da Milan, coincisa con l'approdo al 4-4-2 di vecchio stampo rossonero, non deve far pensare all'improvviso miracolo e al superamento di ogni deficit. È vero che proprio il Milan di Capello esaltò quel sistema di gioco con due ali, Boban e Savicevic, oggi reincarnate da Bonaventura e Cerci, ma nessuno dei laudatori in servizio permanente effettivo dimentichi la fragilità complessiva tradita dalla Samp, figlia della precedente conduzione tecnica. Il primo a non commettere questo errore dev'essere proprio Sinisa Mihajlovic, scivolato sabato sera su una buccia di banana. L'ironia, infatti, specie se utilizzata per il proprio datore di lavoro, è materia da maneggiare con grande cura. Le sue frasi sull'assenza del presidente («Ah non c'era? Venerdì a Milanello gli avevo detto di non sbagliare spogliatoio») non lo rendono più credibile, semmai contribuiscono solo a rendere meno sereno il clima a Milanello.

Ha vinto un paio di scommesse con i deb del gruppo (Donnarumma e Niang) e una partita domestica ma sarebbe meglio se non si sentisse già un allenatore infallibile.

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