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Da Lamela a Balo e Immobile tutti i nostalgici della serie A

Volevano andare alla scoperta dell'Europa, si sono ritrovati in castigo. Cavani e Lavezzi due scudetti a Parigi, ma il loro valore è precipitato

Ciro Immobile
Ciro Immobile

Marko Arnautovic ha lasciato l'Inter con tre presenze e zero gol però era simpatico, ha fatto subito amicizia con Balotelli e assieme qualche volta se la sono spassata. «Marko è una delle persone più divertenti e più folli che io abbia mai incontrato - ha raccontato Balo - . Non ci si annoia mai quando c'è lui nei paraggi. Mourinho con noi si comportava come un nonno, fingeva di avere un sacco di problemi a causa nostra ma alla fine ha dovuto ammettere di aver trascorso il periodo più divertente allenando due giocatori come me e Marko. Sapeva che con noi non ci sarebbe stato mai un momento noioso».

Se ne era accorto anche Samuel Eto'o che gli aveva prestato la sua formidabile Bentley Gt 63. Poche ore dopo gli è stata misteriosamente rubata, valore centinaia di migliaia di euro. A sporgere denuncia per il furto naturalmente è stato Arnautovic, Eto'o gliel'aveva parcheggiata nei pressi dell'Hotel Sheraton in zona Porta Venezia, ma pare che Arnautovic non l'abbia mai vista. In Italia però è rimasto una sola stagione, rendimento sotto le attese, bollato come promessa mancata, non lo voleva nessuno. É tornato al Twente e sembrava proprio una cosa ben fatta, poi all'improvviso si sono messi a cercarlo tutti, Werder Brema, Stoke City e anche la Finanza. Per scovarlo i militari hanno pubblicato un annuncio perchè il ragazzo si era dimenticato di pagare le tasse sulla sua automobile. Comunque a lui lasciare la serie A ha fatto solo bene, fra Twente, Werder Brema e Stoke City ha messo assieme 205 presenze con 36 gol. Va in scadenza a giugno 2017 quando avrà 28 anni, costa poco e ha un ingaggio umano ma è difficile che torni.

Non è andata così bene a Erick Lamela sul quale c'era il Barcellona quando appena sedicenne gli offrì 100mila euro l'anno, lavoro per i genitori e le migliori scuole per i fratelli Axel e Brian. «Il mio idolo è Zidane, non ho mai visto giocare Maradona ma voglio diventare come loro». El Coco arriva in giallorosso, battuta la concorrenza di Juventus, Inter e Milan, con Zeman esplode, il Tottenham fa follie e la Roma una plusvalenza. Ma gli gira male, in Premier non funziona, media gol inferiore a uno ogni dieci gare, si è tornato a parlare di lui la scorsa estate, forse ha nostalgia, le vacanze le fa sempre nella capitale.

È sotto media anche l'azzurro Ciro Immobile che al Dortmund fa fatica a venir fuori. Si dovrebbe tentare l'identica campagna che in Germania hanno tirato in piedi per Lucas Podolski. Dovrebbe uscire allo scoperto uno a caso e dire: «Quando ho saputo che andava al Borussia mi è venuto il mal di pancia». Sempre partenze dolorose ma è un altro che sta per tornare, game over. Sono pochi quelli che ci hanno lasciato e se la sono quasi goduta, i parigini, Zlatan Ibrahimovic ma anche Cavani e Lavezzi nonostante siano sotto la media gol che avevano al Napoli e il loro cartellino si sia deprezzato. Con Thiago Motta, Pastore, Thiago Silva e Verratti hanno vinto la Ligue 1 e sono ancora dentro in Champions. Uno che è andato ben oltre le attese è stato Philip Coutinho. Phil the magic ha conquistato la Premier, tutti pensavano che in un campionato così fisico e tanto di corsa sarebbe stato sopraffatto e invece è uno dei migliori investimenti degli ultimi anni del Liverpool che gli ha prolungato il contratto fino al 2020. Nella media però più amarezze che gioie.

Non un monito per chi sta per lasciarci, o così pare a tre mesi dall'apertura del mercato, solo un promemoria. Anche la Cnn si è interessata a Mauro Icardi, e lui è rimasto fino in fondo Mauro Icardi anche quando ha parlato di rinnovo: «Il fatto che non guadagni molto dipende dal primo contratto con l'Inter. Ho firmato con entusiasmo, volevo dimostrare il mio valore e di essere importante. I miei agenti stanno parlando, credo che firmerò e sarò felice, come lo sarà l'Inter. Ma se vorranno cedermi farò i bagagli e me ne andrò».

Altra partenza dolorosa.

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