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L'Armani batte Avellino, sfata un tabù e comincia la raccolta di trofei

L'Armani sfata un tabù e comincia la raccolta di trofei

L'Armani batte Avellino, sfata un tabù e comincia la raccolta di trofei

Repesa e la sua cavalleria leggera danno all'Emporio Armani la coppa Italia che mancava da vent'anni costringendo alla resa(82-76) questa Avellino sognatrice, imbattuta da 9 partite, che ha dato l'anima, ma ha dovuto sempre inseguire, dominata a rimbalzo (47-37 con 19 recuperi in attacco degli avversari) dove invece avrebbe dovuto fare la differenza visto che Milano aveva rinunciato alle sue torri.Giorgio Armani si gode il trionfo con ironia: «Abbiamo rotto questo triste incantesimo, bella prova di una vera squadra». Se la gode anche stringendo la mano all'uomo della partita ed Mvp della coppa, quel Rakim Sanders che l'anno scorso gli aveva dato soltanto amarezze vincendo con Sassari contro il suo squadrone.

L'uomo dei sogni per Milano che non vinceva la coppa Italia da vent'anni arriva da un paesino del Rhode Island, ha curato a Milano la sua mano infortunata e ci ha messo un po' per entrare nel gruppo, ma ieri sera ha ripagato il popolo Olimpia con un partitone: 17 punti, 7 rimbalzi. Una calamita. Da lui la luce che ieri non arrivava da Simon, Kalnietis, dalla batteria di esterni 10 su 34 da 3, ma che aveva in Cinciarini, 10 punti 5 rimbalzi, il levigatore delle anime di una squadra che è arrivata al successo senza Alessandro Gentile, l'uomo intorno al quale era stato costruito questo gruppo. C'è voluta anche la genialità di Macvan, 14 punti, 5 rimbalzi, un collante per ogni triangolo di gioco, anche quando Avellino è tornata due volte a 4-5 punti, l'ultima all'inizio dell'ultimo quarto sul 62-57 quando Sanders ha rubato la palla al deludente Acker e con una schiacciata da rombo di tuono ha aperto il parziale di 18-6 che ha deciso in pratica una sfida dove Milano ha sempre tenuto la testa ( 21-11 dopo 10', 43-36 all'intervallo lungo, 60-55 prima del quarto decisivo).

ùLa caccia nei rimbalzi di attacco con McLean piovra (15 punti 6 rimbalzi), l'aggressività difensiva hanno messo in crisi la coppia Green-Ragland, asfissiato Leunen il regista aggiunto. Quando Nunnally (25) e Buva(13) sono entrati davvero nella mischia era troppo tardi anche se ci togliamo il cappello davanti a Sacripanti e ai suoi lupi.Così come ce lo togliamo davanti a Repesa il temporeggiatore, per lui coppe a catena in Croazia e Turchia, scudetto italiano con la Fortitudo: chiedeva tempo e ha avuto pazienza, ha vinto nel nome della grande scuola slava ricevendo il testimone da un altro grande come Boscia Tanjevic che questo trofeo lo aveva dato a Milano con la Stefanel.Milano prende a calci la strega che l'anno scorso l'aveva mandata in depressione in coppa Italia, ora con la mente più libera l'obiettivo è andare avanti in Europa, seppure nella seconda coppa, aspettando con fiducia le finali per lo scudetto.

Il sogno del triplete torna vivo. Ieri era un Emporio dove tutti sorridevano, cominciando dal Bruno Cerella rimmesso in campo a 24 ore dall'operazione al menisco esterno, miracoli della microchirurgia e dello staff medico milanese, finendo al Cinciarini che ha passato giorni duri per ritrovare se stesso nella grande società.

Serve a Milano, servirà a Messina.

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