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L'assalto al Mondiale riparte da Insigne: l'ultima carta di Ventura

Il ct: «Spero che l'arbitro ci permetta di fare come gli svedesi...». Il napoletano uomo-chiave

L'assalto al Mondiale riparte da Insigne: l'ultima carta di Ventura

nostro inviato a Stoccolma

L'allarme rosso non è ancora scattato ma la tensione è altissima. C'è un secondo round da giocare in casa anche se due gol l'Italia non li ha mai segnati nelle cinque gare dopo la pausa estiva. E a complicare ancora la notte di San Siro da dentro o fuori, una statistica che fa venire i brividi: nessuna squadra in uno spareggio mondiale è riuscita a ribaltare uno 0-1: nell'ordine l'Olanda nel 1985, la Repubblica Ceca nel 2001, la Bosnia nel 2009 e la stessa Svezia quattro anni fa. All'Italia il difficile compito di sfatare il tabù.

La notte di Solna ha lasciato inquietudini e maggiori incertezze su questa nazionale di Ventura, incapace di uscire dal buco nero nel quale si è infilata. Dopo undici anni senza macchie nel percorso delle qualificazioni mondiali, a questa truppa azzurra è riuscita l'impresa contraria: perdere due gare nel percorso verso Russia 2018 ancora non completato. Il presidente Tavecchio, nella pancia della Friends Arena, aveva parlato di tre sfortune (il gol subìto nel momento migliore degli azzurri, il palo che ancora trema e un arbitro che non ha ammonito i giocatori giusti), mentre il ct si è augurato che il fischietto della gara di Milano (lo spagnolo Lahoz) «lasci fare a noi quello che hanno fatto loro», in riferimento al turco Cakir che ha concesso qualche contatto di troppo agli scandinavi. «Ora non è più tempo di parole, la reazione la vedrete sul campo», ha chiuso il cerchio ieri il numero uno di via Allegri. Che continua a guardare con ottimismo alla sfida di San Siro.

In Svezia intanto festeggiano la vittoria che mancava loro dal 1998 e ci deridono (il titolo «mamma mia» del principale quotidiano Aftonbladet ha rispolverato persino la gloria nazionale degli Abba); Bonucci e Chiellini - i più tartassati dagli avversari - sono stati definiti «pessimi attori» dall'attaccante dei gialli Berg, anche se il milanista ha riportato una microfrattura al setto nasale, come evidenziato dalla radiografia effettuata alla clinica Humanitas (giocherà con una maschera protettiva). Impietosa anche la stampa internazionale, parlando di «Italia sull'orlo dell'abisso».

Messo da una parte il fragile alibi arbitrale, a preoccupare è una squadra con totale mancanza di idee, di identità, di cattiveria agonistica, di intensità e di organizzazione di gioco. Un solo tiro nello specchio della porta (eguagliato il record negativo di Italia-Spagna dell'ottobre 2016) con il rispolverato 3-5-2 che non ha risolto i problemi tattici, colpa anche della condizione fisica precaria di molti elementi. Ventura aveva già programmato di tornare al 4-2-4 ma ora dovrà studiare bene le mosse. Senza Verratti squalificato (più un bene che un male), a centrocampo si scalda Gagliardini. In difesa Zappacosta potrebbe far rifiatare Barzagli, ma la novità principale, e obbligata, sarà la maglia da titolare a Insigne, che a Solna si è ritrovato a sostituire da interno il giocatore del Psg e che da molti è considerato il possibile salvatore della patria. Nelle prime prove di ieri ad Appiano Gentile, è stato testato al fianco di Immobile, più facile però che sia largo a sinistra come avvenuto nelle precedenti gare con Ventura. Resta il problema del partner della punta della Lazio, con Zaza sempre out per i problemi al menisco del ginocchio sinistro e un Belotti con le ruote sgonfie. Eder si scalda, ma in Svezia non è stato decisivo nemmeno partendo dalla panchina. Il piano salvezza è iniziato, oggi Ventura varerà l'Italia chiamata all'impresa.

Restare fuori dal Mondiale è un pensiero che non ci sfiora nemmeno.

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