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Ufficiale: Roma candidata ai Giochi

L'Assemblea capitolina ha approvato la mozione. La città è in corsa per ospitare le Olimpiadi del 2024

Seduta dell'Assemblea capitolina per la mozione di candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024
Seduta dell'Assemblea capitolina per la mozione di candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024

Soltanto sei tra contrari e astenuti e una stragrande maggioranza (38 voti) favorevole alla candidatura di Roma come città ospite delle Olimpiadi e Paralimpiadi del 2024. L'Assemblea capitolina ha passato questa mattina la mozione che mette ufficialmente in gara la Città eterna.

Innegabile la soddisfazione di Ignazio Marino. Il sindaco ha ribadito prima del voto che quella di ospitare i Giochi è una sfida "difficile e ambiziosa", ma pure la sua fiducia nel fatto che la città abbia "tutte le carte in regola per vincere". Una sfida doppia, perché l'anno successivo, il 2025, sarà quello del Giubileo.

L'ottica in cui l'amministrazione comunale guarda ai Giochi è quella di un atto "non ordinario" e che servirà però a Roma. "Significa che abbiamo a cuore il futuro e l'orgoglio della città", ha detto Marino all'Aula, chiarendo che servirà "un'adesione convinta" della città, perché si trasformi in un'occasione per tutti.

Meno convinti gli uomini di Noi con Salvini. Il senatore Raffaele Volpi ha sostenuto la decisione di Marco Pomarici, capogruppo in Campidoglio, dicendo che "parlare oggi di Olimpiadi a Roma è una presa in giro per i cittadini. È evidente che non ci sono né le condizioni politiche né le condizioni amministrative".

L'amministrazione punta a seguire i modelli virtuosi delle Olimpiadi di Londra e Barcellona, "ecosostenibili e sostenibili economicamente". Un'occasione per "ricucire gli spazi della nostra città che sono rimasti indietro" e "senza costruire opere che rimangano incompiute".

Ottimista Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato Olimpico.

"Mi spiace molto però per quei pochi che hanno votato contro, perché hanno dimostrato di non avere a cuore il futuro della città, anteponendo al domani le ragioni della tattica politica dell'oggi".

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