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L'Australia vuol prendersi l'Asia con un italiano

L'Australia vuol prendersi l'Asia con un italiano

Il calcio australiano continua a volare anche grazie a un pizzico di made in Italy. Dopo la vittoria della Champions asiatica dei Western Sidney Wanderers di Iacopo La Rocca, primo successo continentale per un club Aussies, oggi allo Stadium Australia di Sydney i Socceroos possono mettere in bacheca la loro prima coppa d'Asia. L'ultimo ostacolo sarà la Corea del Sud, arrivata in finale senza aver subito nemmeno un gol. Ma la bilancia della qualità pende tutta dalla parte dei canguri: Tim Cahill, Mathew Leckie e il "nostro" James Troisi (in gol contro il Kuwait alla prima giornata), motorino di centrocampo che la Serie A ha lasciato andare forse con troppa leggerezza. Per rendersi conto delle qualità di questo figlio di immigrati (i nonni paterni erano di Napoli, quelli materni greci) basta farsi un giro in internet e cercare il gol realizzato il mese scorso in Belgio nel match tra Waregem e Bruges: un lob "tottiano" da 40 metri che non ha lasciato scampo al portiere, e compagno di nazionale, Mathew Ryan.

Nelle Fiandre Troisi è stato mandato dalla Juventus, proprietaria del suo cartellino dall'estate 2012. In bianconero non ha giocato un solo minuto, ma in Serie A ha collezionato 6 presenze con la maglia dell'Atalanta, dove era stato girato come contropartita nell'affare che ha portato Gabbiadini alla Juventus. Ma tra infortuni e barriere linguistiche («L'italiano è difficile e pochi nell'Atalanta parlavano un inglese decente», ha dichiarato il giocatore, «in Belgio è tutta un'altra storia»), Troisi non ha inciso. La tenacia però non gli ha mai fatto difetto: «Diventare un giocatore vero, questo è sempre stato il mio obiettivo». Ecco perché a 18 anni ha lasciato l'ancora acerbo calcio australiano per volare in Europa, al Newcastle. Ecco perché a 21, dopo aver rescisso il contratto che lo legava ai turchi del Kayserispor, finiti in bancarotta, ha rifiutato un triennale da sei milioni di dollari per giocare in Qatar nell'El Jaish. Il calcio vero non è lì, e Troisi ha preferito il parametro zero a una baby-pensione dorata.

Scelta coraggiosa, premiata con l'offerta della Juventus e l'ingresso in pianta stabile nel giro della nazionale, oggi a un passo da un titolo storico.

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