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Coppa Italia, Floccari stende la Juve: la Lazio va in finale

Botta e risposta nei sette minuti di recupero. I biancocelesti conquistano la finale di Coppa Italia

Coppa Italia, Floccari stende la Juve: la Lazio va in finale

Sergio Floccari ha giustiziato madama la Juve come solo grandi cannonieri sanno fare. La pulce Giovinco ha mancato il gol che conta come spesso gli accade. Sintesi cruda di una partita. Sfida che si è giocata realmente nei sette minuti finali quando le squadre hanno ripagato tanta attesa con i colpi di scena che fanno bello uno scontro. Dice la storia che quando la Lazio elimina la Juve vince la coppa Italia. Se la storia non rinnega la tradizione, la gente di Petkovic e Lotito può toccare la sesta coppa Italia. Addio triplete per la Juve, ma forse sono latri i problemi che dovrà risolvere in breve tempo per giocarsi campionato e Champions.

Inquietante l'incapacità juventina di andare al tiro per trequarti d'ora, ovvero fin quando Vucinic e Giovinco non ci hanno provato nei minuti di recupero del primo tempo. Chissà sarà suonata la sveglia e, a quel punto, i due hanno catapultato due palloni che Marchetti ha ridotto a pallette.
Partita difficile dal punto di vista emotivo per la Juve e si è visto subito: frenesia, un pizzico di tensione, Vucinic che si scatena, dopo otto minuti, in un balletto contro l'arbitro quando l'uscita di Marchetti può indurre alla tentazione: presa la palla, poi il corpo. Lo juventino chiede il rigore, e l'arbitro deciso: niente. Idea da sottoscrivere, ma che farà discutere come quell'altra ipotesi di rigore(negato): Isla aggancia il piede di Klose che stava cercando di anticipare il difensore.

Tolti questi momenti di imbarazzo, e di dubbio, il primo tempo è stato un frullatore di gioco ma senza emozioni. Lazio sostanziosa nel pressing, salvo perdere troppi palloni e non tirare mai in porta. Juve con Pirlo e Pogba in panca, Marrone a gestire il gioco da maitre di sala, molto movimento ma poi chi tira in porta? La solita domanda che Anelka difficilmente soddisferà. Due squadre che hanno nel gioco un punto di forza, nella capacità di aggiramento un altro marchio di garanzia, ma che hanno messo più di un tempo per leggere la partita con meno prevedibilità. La Juve poi cercherà di ritrovare l'assetto da prima della classe e quindi in campo Pirlo e Marchisio, ma c'è qualcosa che non torna più nel gioco. Forse una preparazione che ha appesantito gambe e riflessi.

Alla Lazio stava bene lo 0-0 per passare alla finale, ma poi la difesa Juve ha concesso l'occasione della vita: il nuovo arrivato Peluso ha dimostrato, ancora una volta, che l'azione difensiva non è tra le sue migliori qualità. Difficile capire perchè sia stato ingaggiato per sostituire l'infortunato Chiellini che non sarà un fenomeno difensivo ma è molto, molto più credibile. Stranezze Juve come quella dormita, appunto, che ha permesso a Ledesma un cross morbido a pescare Gonzalez, in arrivo dalla destra e pronto a tuffarsi come un centravanti vecchio stile per segnare. Gol al merito di uno dei giocatori più intraprendenti della partita.

Dal gol laziale in poi l'Olimpico è diventato meno sonnolento, la Lazio più grintosa, la Juve ancora a corto di argomenti sui limiti di questi tempi. E'finito male il povero Hernanes che, in un involontario gioco delle testate con Marrone, ha visto spegnersi le luci ed è uscito colpito e stordito in barella. Poteva essere un danno per la Lazio. La Juve è riuscita a profittarne solo agli sgoccioli dei tempi regolamentari, con l'arbitro che ha esagerato regalando sei minuti di recupero. Fucilata di Vidal che sfrutta una incertezza di Radu ed è pareggio. Pronti via e Floccari punisce la Juve con una testata da Gigggi Riva di altri tempi. Poi il gran finale con gli errori di Giovinco (tiro parato) e Marchisio(tiro fuori), la saracinesca di Marchetti: tutto il meglio in sette minuti di recupero.

Un po' di calcio follia.

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