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La Lazio invece vola nei quarti. Adesso Roma è capitale d'Europa

Inzaghi non si arrende: Lucas Leiva e De Vrij conquistano Kiev

La Lazio invece vola nei quarti. Adesso Roma è capitale d'Europa

Un posto nella prossima Champions sarà pure l'obiettivo principale della stagione, ma alla fine prevale la fame di un gruppo voglioso di riscatto dopo un 2018 iniziato in maniera balbettante e con minori certezze rispetto alla prima parte dell'annata. La Lazio mostra l'abito migliore nella serata più importante, quella che regala ai biancocelesti la qualificazione ai quarti di Europa League al cospetto di una Dinamo Kiev mai battuta in casa in stagione e con una tradizione negativa ogni volta che incontra un'italiana nelle coppe (solo due vittorie in 24 gare). L'ultima volta della Lazio così avanti in Europa fu cinque anni fa con Petkovic, stavolta è toccato a Simone Inzaghi che mette un'altra stelletta sulla sua brillante avventura in panchina. Così Roma diventa capitale d'Europa, visto che l'allenatore piacentino fa centro come il collega Di Francesco, riportando dopo 19 anni le due squadre capitoline in coppia ai quarti delle competizioni continentali. Un risultato che oggi ha maggiore prestigio rispetto a quattro lustri fa, considerando il livello più alto delle attuali avversarie.

I gol di Lucas Leiva e quello sui titoli di coda di de Vrij risultano decisivi in una serata da giganti nella quale la Lazio mantiene il controllo costante della gara ma rischia di sprecare tutto per le tante occasioni da gol fallite. Strano per una squadra che prima di ieri aveva già realizzato 90 reti tra campionato e coppe, 34 delle quali con Ciro Immobile, in corsa per la Scarpa d'Oro con attaccanti blasonati di tutta Europa. Senza considerare poi che, con il Var o senza il Var, continua il difficile rapporto della Lazio con i direttori di gara (vedi il tocco di mano forse fuori dall'area di Boyko sul pallonetto di Immobile, che poteva costare il rosso al portiere di casa).

Marzo era stato un mese avaro per la truppa di Inzaghi, ancora senza vittorie nei tre tentativi precedenti. L'ultima apparizione esterna a Cagliari era stata la peggiore del campionato e l'assenza di Milinkovic-Savic, affaticato dopo la trasferta sarda, poteva pesare. Ma la regia precisa di Lucas Leiva, i movimenti e le giocate di Felipe Anderson e Luis Alberto (insidioso dalla bandierina) e il lavoro degli esterni fanno sì che la Lazio viva una serata praticamente perfetta. Pure senza l'acuto di Ciro Immobile, generosissimo nel possesso di palla ma impreciso come mai sotto porta. «Per una volta ha fatto segnare gli altri - dirà Inzaghi alla fine -. Questa Lazio mi emoziona».

In tribuna ci sono ospiti speciali: il ct dell'Ucraina Shevchenko e il suo vice Tassotti (romano di San Basilio), accorsi a vedere alcuni dei loro gioielli, ma anche il premier Poroshenko in un appuntamento clou per tutto il movimento calcistico del paese. Il copione della gara è già scritto dopo il calcio d'inizio: Lazio in costante pressione, Dinamo in grande difficoltà. Il secondo gol stagionale di Lucas Leiva è la logica conseguenza del dominio biancoceleste e quando le squadre vanno negli spogliatoi per l'intervallo, è forte il rammarico per un risultato strettissimo. Che rimane tale anche nella ripresa, con il timore di Inzaghi e dei tifosi biancocelesti di gettare al vento la qualificazione. Fortuna che la Dinamo è disarmata negli uomini d'attacco (Strakosha trema solo per un paio di tiri che non centrano la porta) e che de Vrij, già con le valigie in mano ma un vero esempio di professionalità, chiuda la pratica a pochi minuti dalla fine.

Missione compiuta nello stadio che tra due mesi e mezzo sarà il palcoscenico della finale di Champions.

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