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La Lazio paga le fatiche di coppa e scende dall'eurotreno delle big

Frenata infinita dei biancocelesti: solo 9 punti nelle ultime 8 sfide

Federico Malerba

Roma Con 2 punti nelle ultime 3 partite, ma soprattutto con 9 nelle ultime 8, la Lazio continua a viaggiare a rilento e per il momento scende dal treno Champions: già staccata dalla Roma, il pareggio interno col Bologna le costa il sorpasso anche da parte dell'Inter, che oltretutto il 4 aprile potrà anche recuperare il derby. Dopo un girone d'andata condotto a ritmi folli la corsa al quarto posto si complica, anche perché Immobile e compagni sembrano patire la fatica di lottare su tutti i fronti.

Senza i malconci Radu, Lulic e Patric, Simone Inzaghi propone un 3-5-2 che fin dall'inizio desta perplessità perché rispetto al solito c'è un attaccante in più (Nani) e a Felipe Anderson viene chiesto di coprire tutta la fascia come un terzino. Il senso di straniamento è aumentato dall'assenza degli ultras, che dopo aver protestato per i torti arbitrali nel pomeriggio davanti alla sede della Figc disertano gli spalti per i primi 15'.

Forse anche per questo l'approccio dei biancocelesti è molle e dopo 3' il Bologna è già avanti. Colpa di Strakosha, goffo nel ribattere un tiro da fuori di Dzemaili e punito da Verdi con un comodo tap-in. La Lazio accusa il colpo, poi, proprio mentre la curva nord entra nello stadio, trova il pari quasi per caso: Luis Alberto mette Leiva davanti a Mirante e il brasiliano, in stato di grazia, segna il suo primo gol in campionato dopo la pesantissima rete a Kiev in Europa League.

Ma non basta l'1-1 a sbrogliare una partita che resta complicata, perché la formazione teoricamente offensiva scelta da Inzaghi fatica a stringere gli spazi e a riconquistare palla a centrocampo. Damato, in generale poco brillante, sorvola giustamente su due rigori reclamati prima da Nani e poi da Palacio e il primo tempo si chiude col Bologna pericoloso in ripartenza e la Lazio che si vede solo quando Luis Alberto per questione di centimetri sbaglia l'assist a un solissimo Immobile.

Al ritorno in campo Inzaghi si corregge inserendo Bastos per Wallace e soprattutto Lukaku per un Nani sempre più in versione pensionato. La squadra ne guadagna in equilibrio ma non in brillantezza. Al 59' Luiz Felipe ci mette una toppa ribattendo il tiro di Donsah che poteva valere l'1-2, mentre gli unici (deboli) squilli laziali arrivano da Felipe Anderson che per due volte non trova la porta e al quale Damato nega un possibile penalty.

Comunque troppo poco per cullare sogni di gloria.

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