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L'ennesima svolta di Balotelli. "Un gol per chi crede in me"

Mario deve ringraziare Rodgers e Raiola. "E adesso testa bassa e lavorare sodo"

L'ennesima svolta di Balotelli. "Un gol per chi crede in me"

All'improvviso Super Mario. Come tanto piace ai tabloid inglesi. Mario Balotelli firma la vittoria contro il Tottenham, un gol che tiene aperta la corsa del Liverpool a un posto nella prossima Champions League. E che può rappresentare l'ennesima svolta di una carriera che aveva toccato il punto più basso in questi sette mesi inglesi. Un gol che arriva centosettanta giorni dopo il ritorno in Premier League, tredici presenze e 776 minuti, il primo in campionato dopo i due segnati in Champions e in Coppa di lega, l'ultimo 105 giorni fa. Poi l'azzurro è sprofondato, non ha più visto il campo da titolare dall'8 novembre. Un'eternità trascorsa a fare la spola tra panchina e tribuna, in tre mesi novanta minuti giocati in Premier.

Fino a martedì sera. E' entrato a un quarto d'ora dalla fine e nove minuti dopo al secondo pallone toccato ha segnato. Non un gol da urlo, anzi per il Mirror “niente di che”, ma il movimento con cui si è liberato dei due centrali è stato da attaccante vero. Ma che ha dato ragione a Silvio Berlusconi che ai tempi del Milan non perdeva occasione per dirgli che doveva giocare di più in area.

Comunque nessuna esultanza, solo un pollice alzato verso la panchina, verso l'allenatore Brendan Rodgers. Un cenno d'intesa e riconoscenza. Già perché il tecnico dei Reds lo ha voluto fortemente Balotelli, poi ha usato il bastone e la carota. Non ha ceduto e ha mantenuto la promessa di concedergli un'altra chance. Sfruttata alla grande da Mario.

Forse la svolta può essere tutta qui. Nella scelta di non cambiare aria ancora, come due anni fa dal City al Milan. A gennaio si era tanto riparlato di un trasferimento, anche di un ritorno in Italia. Ma tutti hanno fatto quadrato, anche il procuratore Mino Raiola. «O torni Super Mario a Liverpool o è finita…» più o meno il senso dei discorsi. Balotelli ci ha messo del suo, nel senso che non ha dato più occasione ai tabloid per attaccarlo fuori dal campo. Il tutto mentre i tifosi restituivano la sua maglia e veniva incredibilmente squalificato per un tweet “razzista”. Solo una volta non ha accettato la critica, quando si è detto che nello spogliatoio Reds non lo volevano più. Per il resto ha aspettato di rispondere sul campo, sotto la mitica Kop di Anfield Road, dove ha segnato tutti i tre gol e tutti nel finale. Casa e zona Mario.

E nella pazza altalena della sua carriera passa da flop a eroe sui tabloid, comunque ironici sulla mancata esultanza e sul sorriso poi stampato su Instagram. Mario tira dritto per la sua strada, ma si toglie qualche sassolino: «Questo sorriso è solo per chi ha sempre creduto in me e mi ha sempre sostenuto.

Adesso testa bassa e lavorare sodo». Dopo il nuovo look con i baffi e il gol, anche le parole fanno rima con svolta, che sia la volta buona?

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