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L'era dei meccanici figli della Silicon Valley

Nel paddock regna il silenzio: tra confusione, sbandamento, il calvario di Schumi, i guai di Ecclestone

L'era dei meccanici figli della Silicon Valley

Nostro inviato a Jerez de La Frontiera - La formula uno è entrata ufficialmente nel suo anno più strano. Lo si è capito quando con il sole che prendeva ancora a pugni l'alba tutte le monoposto anziché correre fuori e fare giri su giri, sono corse dentro a star ferme. Lo si è intuito quando Hamilton e la Mercedes hanno acceso i motori per primi ed è stato come se l'aspirapolvere folletto sfrecciasse fra salotto e soggiorno di casa. Quel rumore lì che poi tre curve dopo era già un ricordo. Nel paddock e nei box più o meno ha regnato il silenzio per tutto il giorno. Vuoi perché a girare sono stati in pochini (8) e vuoi perché questi hanno fatto pochi giri. Ma anche perché due curve e il rombo (sibilo cupo) del motore moriva all'orizzonte. Non c'è più quell'urlo che cambia tonalità man mano che la monoposto si allontana e poi s'avvicina. Quel grido disperato che in fondo, lungo un giro, non scompariva mai. No, non c'è più. Per dire, Vettel ha detto chiaro e tondo che «tornerei volentieri agli 8 cilindri… e se solo potessi persino ai vecchi 10». Altro che 6 cilindri sovralimentati.

La F1 è entrata ufficialmente nell'Era del turbo, ma anche in quella dell'elettronica che sostituisce quasi il motore e i meccanici diventano tutti figli della Silicon Valley. Lo si è capito dal vociare che trapelava dai garage quando una volta erano il rombo e i sacramenti dei tecnici a farla da padrone. Ma forse le strane e nuove sensazioni d'incertezza e confusione percepite un po' da tutti sono condizionate dall'atmosfera di sbandamento generale che permea l'ambiente. E non c'entrano le nuove regole. C'entra invece il calvario di Schumacher icona e simbolo di questo sport. Perché oggi è un mese dall'incidente. Si dice che da martedì i medici di Grenoble provino inutilmente a svegliarlo. Così come per altri motivi c'entrano i guai giudiziari di Ecclestone. Che rischia la galera. È come se la F1 entrata nel suo anno più sconvolgente e innovativo avesse bisogno di punti fermi. E invece le sue colonne traballano.

Terribilmente.

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