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L'erba di Wimbledon non è più verde. Il forte caldo sta rovinando i suoi campi

Dopo il tremendo infortunio della Mattek-Sands polemiche sul terreno. Federer e Djokovic volano agli Ottavi

L'erba di Wimbledon non è più verde. Il forte caldo sta rovinando i suoi campi

Dal nostro inviato a Wimbledon

Dicono che il tennis sia uno sport sempre sul filo della logica, dove basta il rimbalzo di una pallina per cambiare tutto. Qui a Wimbledon del tema se n'è parlato abbastanza nella prima settimana, soprattutto per colpa dell'improvvisa e calda estate londinese che ha ridotto presto i campi a un'improvvisa lotteria. Così almeno dicono quelli che hanno visto l'erba sempre più tendente al terriccio, e l'infortunio agghiacciante della Mattek-Sands di giovedì con urla disperate andate in onda in mondovisione è diventato il simbolo di chi contesta l'incontestabile: i campi. Almeno secondo gli impassibili organizzatori.

«Abbiamo fatto tutto come al solito hanno replicato -, con rilevamenti fatti anche dagli agronomi sulla durezza del terreno. Non è colpa nostra se quest'anno hanno spostato il torneo interamente a luglio, che è la stagione più secca dell'anno. Più di così non possiamo». Di sicuro però, qualche pallina andare qua e là si è vista, e perfino Andy Murray ha fatto qualche smorfia al riguardo quando ha ciccato completamente un colpo durante il match con Fognini. Il problema però, come dice qualcuno, è che quelli che parlano (tipo la francese Mladenovic) lo fanno solo quando perdono. E alla fine i fatti danno loro ragione, guardando il tabellone alla domenica di stop del torneo.

E dunque: da domani si fa sul serio, con il Super Monday degli ottavi di finale. E mentre la corsa femminile pone diversi punti di domanda (vista l'attuale mancanza di una numero uno assoluta) in campo maschile c'è poco da scivolare, vanno avanti sempre quelli. La domenica di mezzo dunque è il momento del pronostico e in questo momento su tutti c'è Rafa Nadal, avanti senza affanni come se fosse ancora rimasto sulla terra (rossa). Più lui di Federer, che ieri ha battuto in tre set Misha Zverev ma, come contro Lajovic ha faticato un po' nel primo set. Più lui di Murray, che procede claudicante e la cui madre ieri ha denunciato i pregiudizi di tutti nei suoi confronti: «Mi hanno dipinta come un mostro. Il tennis è un mondo maschilista e quando seguivo Andy e suo fratello Jamie me ne hanno detto di tutti i colori, perfino che avevo le braccia molli quando ero inquadrata mentre applaudivo. Perfino Becker ha detto che mio figlio doveva mollarmi, ma che ne sa lui? Meno male che ora all'angolo di Andy c'è Lendl: posso finalmente vivere». Murray intanto barcolla ma non molla, così come Djokovic che non sembra ancora il vero Novak, ma comunque infila Gulbis con apparente serenità e si prepara alla riscossa. Lui che al paragone di John McEnroe («Djokovic è come Tiger Woods, la sua crisi è mentale»), ha risposto sorridendo: «Tutti possono dire quello che vogliono e io rispetto John anche se non condivido il suo pensiero». Insomma il mantra è sempre pace e amore.

Poi, si sa, il rimbalzo di una pallina può cambiare tutto.

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