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La lettera dei tifosi della Lazio all'eterno nemico Francesco Totti

Dopo lo striscione durante la partita contro l'Inter, i tifosi della Lazio diffondo un comunicato per Francesco Totti. Con qualche sfottò e parole di apprezzamento

La lettera dei tifosi della Lazio all'eterno nemico Francesco Totti

Uno striscione, un comunicato e tanti anni di rivalità, insulti, sfottò e magliette irriverenti che finiscono nella teca dei ricordi. I ricordi di una Roma divisa tra laziali e romanisti. Ricordi di una Capitale che lo era diventata anche nel calcio, quando nel biennio 1999-2001 le due squadre riuscirono a tenere nell'Urbe l'agognato scudetto. Per poi tornare un po' più provinciale. Ecco: dopo 17 anni la Città Eterna vede passare sempre meno (veri) campioni sul prato dell'Olimpico ed ora dovrà fare a meno anche di Francesco Totti. Che è rimasto sempre lì, rifiutando proposte milionarie da squadre che gli avrebbero arricchito portafoglio e palmares.

Anche per questo merita il rispetto di tutti, pure dei suoi "migliori nemici". Ieri la frangia degli Irriducibili tifosi della Lazio ha dedicato uno striscione al loro eterno nemico, il "pupone" auto-proclamatosi "Imperatore di Roma" senza il riconoscimento da parte di chi sostiene la "Prima squadra della Capitale". Totti se ne va e i derby saranno altra cosa. Forse meno tesi, sicuramente meno ricchi. Di certo i laziali faranno volentieri a meno degli 11 gol del capitano giallorosso nelle stracittadine, non rimpiangeranno le magliette "6 unica", "vi ho purgato ancora" e i selfie sotto la Sud. Ma una stretta di mano non si rifiuta ad un calciatore così.

Sia chiaro: quella degli Irriducibili non è un'incoronazione. Totti rimarrà Imperatore, ma solo di una zona dell'Urbe. L'altra continuerà ad adorare l'Aquila, rigettando la Lupa. Per questo la lettera, per quanto rispettosa, è piena di sfottò.

Perché a Roma si fa così.

"Era il 6 marzo del 1994 quando ci siamo incontrati per la prima volta - scrivono i tifosi della Lazio - Entrasti al posto di Piacentini e ti procurasti un rigore che poi Giannini si fece parare. Così giovane eri già riuscito a descrivere, in maniera eccellente, la storia della tua squadra fatta di rigori e di occasioni perse. Da allora, mentre inanellavi record su record; mentre gli stadi di tutto il mondo ti battevano le mani; mentre pensavi a che maglietta dedicarci, e tra un Sanremo e uno spot pubblicitario, la Lazio vinceva uno Scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, quattro Coppe Italia (in una eri anche presente. Nel giorno più bello da Laziale c’eri tu e ti ho battuto le mani volentieri) e tre Supercoppe italiane".

"Quanto avrebbe potuto vincere il Real Madrid con te in campo nessuno potrà mai saperlo - si legge - Sei l’unico campione che non sono riusciti ad acquistare. Senza di te si sono dovuti accontentare di due Coppe Intercontinentali, due Coppe del Mondo per Club, cinque Coppe dei Campioni, tre Supercoppe Europee, sette Scudetti, tre coppe nazionali e sei Supercoppe di spagna. Poco, per un giocatore del tuo talento".

"In ogni caso hai raggiunto un traguardo che merita rispetto. Il rispetto che non hai ricevuto né dai tuoi tifosi né dalla tua società e questo, te lo diciamo sinceramente, ci dispiace. Noi non avremmo mai permesso che un giocatore come te venisse trattato così. Non avremmo mai osservato in silenzio quello che ti stanno facendo e che ti hanno fatto. Oggi nessuno ti difende e noi, ovviamente, non possiamo farlo. Nessun rancore per le magliette e per le battute che ci hai dedicato. Ci stanno e, anzi, ci devono stare. Stiamo a Roma e funziona così. Chissà che epilogo avrà la storia… Se ci riserverà qualche sorpresa e qualcuno non saprà piu per chi tifare. In ogni caso una stretta di mano come si conviene ad un avversario che, dopo tanti anni, lascia il campo, da parte dei suoi 'nemici' migliori".

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