Sport

Ma l'exploit della Red Bull resta un mistero tecnico

Non è credibile, in questa Formula 1 pilotata (la nuova Liberty Media vuole una lotta serrata fino ad Abu Dhabi), che una macchina come la Rbr, per tutta la stagione sempre a rispettosa distanza dalla Ferrari, da 0,5% a 1% e perfino 2% dalla pole, improvvisamente, in Messico, si porti alla pari del Cavallino

Ma l'exploit della Red Bull resta un mistero tecnico

Non è credibile, in questa Formula 1 pilotata (la nuova Liberty Media vuole una lotta serrata fino ad Abu Dhabi), che una macchina come la Rbr, per tutta la stagione sempre a rispettosa distanza dalla Ferrari, da 0,5% a 1% e perfino 2% dalla pole, improvvisamente, in Messico, si porti alla pari del Cavallino in qualifica e vittoriosa in gara, dopo le collisioni iniziali. È impressionante la differenza di velocità massima delle migliori vetture in lizza dalla passata all'attuale edizione di questo Gp del Messico, per dare una valutazione alle grandi trasformazioni compiute nella motricità, con potenze resistenti molto accresciute, per le aumentate deportanze e per lo sfruttamento delle gomme a più larga sezione. Si pensi, infatti, che nel 2016 è stata raggiunta una velocità di punta (macchina scarica) di 366 km/h, con 363 km/h per la Ferrari, 361,9 per la Mercedes e 357,8 per la Rbr, mentre in questa edizione la stessa Mercedes è scesa a 351,5 km/h, la Ferrari a 348,1 e la Rbr a 345,7 km/h in versione Verstappen, un po' più severa.

In sostanza, l'eccellente V6 del Cavallino ha superato la Stella a tre punte in motricità e sforzi di trazione, nello sfruttamento di maggiori deportanze e nella supposta equivalenza della potenza massima installata, mentre la Rbr ha sbaragliato per carico aerodinamico, con una grande ala posteriore. Possono restare reminiscenze di sollevatori, ormai proibiti dalla Direttiva Tecnica.

Altrimenti bisogna chiedersi che razza di interventi hanno fatto sul motore e con quali trasgressioni.

Commenti