Sport

Lexus Lc, 2+2 di fascino costruita attorno al pilota

Dalla Baviera a Milano (420 km) tra montagne e vallate. Al volante della coupé ibrida da 359 cv

Gabriele Villa

Flims È della taglia giusta. Vado subito a spiegarmi meglio. Franco Battiato in una delle sue più popolari canzoni si augura di trovare «un centro di gravità permanente che non gli faccia mai cambiare idee sulle cose e sulla gente»? Bene, e allora, con l'aiuto della filosofia giapponese e di ciò che si definisce Omotenashi forse siamo arrivati a soddisfare quel desiderio, a centrare quel target. A illuminarci con questa scintilla è Masahito Watanabe, tra i capi ingegneri responsabili del progetto Lexus Lc. Effetto e obiettivo: ospitalità. Ospitalità che si sintetizza appunto nel termine nipponico Omotenashi che, dal capo progetto in giù, tutto il team tecnico e artigianale che ha lavorato al progetto della nuova Lexus Lc, ha cercato di rispettare per mettere a proprio agio, sulla base di altezza, peso, e baricentro, appunto, il guidatore, ogni guidatore, che si accomodi a bordo nella nuova Lexus Lc.

«Rispettare e accogliere al meglio il customer è un impegno che ci siamo presi da 28 anni a questa parte - sottolinea con orgoglio Vincent Van Acker, responsabile Italia del brand Lexus - e questa nuova Lc è la Lexus per eccellenza, è la quintessenza di questa filosofia che è attenta anche ai minimi dettagli per accogliere al meglio l'ospite-driver. Un capolavoro di ingegneria dalla doppia anima, silenziosa nella versione ibrida, ma capace di sorprendere con un sound aggressivo». Accertato d'esser della taglia giusta, mettiamo silenziosamente in moto (nel senso che nemmeno ci si rende conto di averla messa in moto) questa coupé 2 più 2, e partiamo per un viaggio che da Monaco ci porterà a Milano, per tornanti capaci di mixare le doti di questa audace vettura, tra paesaggi ritagliati dalla natura, lungo un percorso di 420 chilometri, splittati in due tappe.

Eccoci, a proposito di silenzio, a immaginare, sfiorandola, la vita dei 50 monaci benedettini che hanno scelto l'eremitaggio nell'abbazia di Ettal quasi a far da netto contrasto alla mondanità vacanziera della non lontana Garmish Partenkirchen. Quindi, la discesa dalla Germania meridionale per attraversare il confine con l'Austria in direzione del lago Planese, nel Tirolo e ancora, altra deviazione, per trovarci sempre più vicino, anzi dentro, alle fiabe. Perché quasi a sovrastare Fussen e quindi Flims, la nostra tappa intermedia, svetta il castello di Neuschwanstein, che sembra davvero aver ispirato tanti racconti d'animazione.

Si muove con sinuosa sensualità questa Lc, lunga 4,77 metri e larga 1,92, grazie a una carrozzeria affilata che deriva dalla piattaforma GA-L (Global Architecture-Luxury), che coniuga materiali ultra leggeri ad alta resistenza a soluzioni derivate dal settore aerospaziale per ottenere sulla scocca, e torniamo alla taglia giusta, la migliore distribuzione dei pesi che valorizzano sportività e eleganza. La Lexus Lc500 pone in evidenza queste doti sia se la si sceglie nella versione ibrida (H), sia in quella che l'affianca nella gamma, equipaggiata con un V8 benzina da 477 cavalli. In concreto, una meccanica che associa un motore benzina V6 3.5 da 299 cv all'unità elettrica da 132 kW per fornire una potenza massima di 359 cv. A gestire il tutto ci pensa il Multi Stage Hybrid System che comanda anche la trasmissione automatica della vettura a 10 rapporti. Ci si inerpica piacevolmente per il Maloja, si fa rotta verso la Val Chiavenna. I clienti italiani che l'hanno già prenotata «al buio» sono evidentemente di molte pretese: hanno deciso di trattarsi bene.

E Lexus ripagherà il loro esborso minimo di 105mila euro con tutto il suo seducente Omotenashi.

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