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La lezione Vale per la vita di tutti

La lezione Vale per la vita di tutti

Lo sport è ultravita. Per cui riassume in pochi giri, minuti, momenti, ciò che a noi di solito accade nel corso di un'intera esistenza. Se poi questo sport corre a trecento all'ora e diventa un esercizio di equilibrio appeso com'è a un filo, da questa parte il trionfo e dall'altra il dolore, l'ultravita da riassunto si trasforma in manifesto: il manifesto di tutto ciò che potremmo fare e però non facciamo.

Perché a scattare oggi dalla prima fila, centottanta millesimi dietro a Viñales in pole, e a Lorenzo, ci sono una Yamaha, Valentino Rossi e un chiodo a tenere unite due ossa rotte. Un'impresa emozionante e romantica si suole dire in questi casi. Eppure è proprio a questo punto che dobbiamo avere la forza, noi tutti pincopalla della vita, di non perderci nella bellezza del gesto sportivo di Valentino e concentrarci invece sull'insegnamento. Intendiamoci, Valentino non l'ha fatto per noi, ci mancherebbe. Valentino non è un maestro, non è un professore, un tutore, un sacerdote, un guru, Valentino però inseguendo il proprio sogno sta insegnando a tutti noi, grandi e piccini, che c'è sempre un solo modo per superare gli ostacoli. L'altro giorno aveva detto «non torno per il mondiale, non sarebbe intelligente dirlo e pensarlo, torno per testare me stesso, per capire se sentirò male anche in pista, torno per accelerare la guarigione».

Parole che raccontando un dolore, hanno rivelato un pudore. Parole animate dal desiderio di non apparire il campione, sì coraggioso, ma anche testardo e incontentabile che a costo di assumersi rischi immensi, non vuole saperne di rinunciare alla lotta per il titolo, bensì un uomo che si conosce e che sa che solo attraverso la sofferenza potrà trovare le risposte che cerca. A volte quelle risposte tengono vivo il sogno di un mondiale nello sport che poi è ultravita. A volte quelle risposte insegnano a noi e ai nostri figli che basta conoscersi e aver voglia di soffrire e nulla ci potrà fermare nella vita.

Che non è ultra, ma di certo vale più di un mondiale.

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