Brasile 2014

L'imperatore Julio Cesar risale sul trono

"Enorme pressione su di noi". L'ex Inter in lacrime: "Solo io so cosa ho passato quattro anni fa"

L'imperatore Julio Cesar risale sul trono

I brasiliani tirano un sospiro di sollievo. Supplementari, rigori, il passaggio. È fatta. Per fortuna. Poi, un attimo dopo aver ripreso colore, si domandano: «Ma tutta questa fatica per battere il Cile? E questa è la Seleçao?». Dopodiché pensano a lui, all'eroe della partita, lui che nel 2010, in Sudafrica, era stato considerato fra i maggiori colpevoli dell'eliminazione ai quarti contro l'Olanda: Júlio César. Il portiere pluricampione con l'Inter di Mourinho. Un numero uno che negli ultimi tempi aveva perso credibilità anche in casa, finendo a giocare in Canada. Un eroe che fra le lacrime, ieri ha urlato la sua rivincita: «Se è andata bene non posso che ringraziare il pubblico e i compagni». E poi, quasi a chiedere comprensione per sé e gli altri verdeoro: «Su di noi la pressione è enorme, ma grazie a Dio tutto è andato bene... Quattro anni fa, quando siamo usciti dai Mondiali, ero triste ed emozionato. Lo sono anche ora, ma questa volta piango di felicità. Solo Dio e la mia famiglia possono sapere che cosa ho passato e cosa sto passando tuttora».

E non è finita. Di sicuro. Sarà dura. Perché è un Brasile che non convince e non aveva mai sofferto così tanto contro il Cile nelle fasi finali dei Mondiali. Aveva infatti sempre battuto la Roja ai tempi regolamentari e con una certa tranquillità. Nel 1962, proprio in Cile, Amarildo e compagnia avevano vinto 4-2 in semifinale, conquistando poi il trofeo contro l'ex Cecoslovacchia. Poi in Francia '98, 4-1 per i verdeoro negli ottavi; e 3-0 in Sudafrica. Comunque è andata. Festa nelle strade. Mentre la tifoseria brasiliana negli stadi non convince totalmente neppure i media locali. È un pubblico diverso da quello del campionato brasiliano, dicono, è freddo, non sa intonare cori e canzoni come i sostenitori fedeli dei club. Nonostante il pubblico del Mineirão, ieri, fosse il secondo per numero di questo Mondiale: 57.714 spettatori dietro solo a Costa Rica-Inghilterra, con 57.823. Benché freddo rispetto agli standard di campionato, la gente sugli spalti, alla fine, si è scaldata, facendo sentire il proprio sostegno. Tutto questo mentre il grande ex e campione del mondo nel 2002, Ronaldo, ora commentatore tv, criticava aspramente il Brasile già prima dei supplementari: «Il centrocampo è sparito. Neymar ha avuto molte difficoltà». E ancora: «Non abbiamo possesso palla. Diamo molti calcioni in avanti. Niente lanci, soltanto calcioni». E i numeri gli danno ragione: possesso palla, 51 per cento il Cile contro il 49 dei ragazzi di Scolari.

C'è da lavorare.

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