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L'Inter alza la voce: «Certe cose non cambiano mai»

L'ad Antonello contro la direzione di Orsato: «Un'eurofiguraccia, brutto spot per il calcio»

Luca Talotta

Milano Cambiano tempi, giocatori e dirigenti, rimangono i veleni che accompagnano Inter-Juventus sin dalla notte dei tempi. Il rocambolesco 2-3 di sabato sera e la discussa direzione di gara di Orsato hanno provocato rabbia e malumore in casa nerazzurra: «L'Inter merita rispetto - ha tuonato l'ad nerazzurro, Alessandro Antonello - sono accadute cose inaccettabili». Il riferimento è chiaramente diretto alle decisioni dell'arbitro che «ha usato due pesi e due misure. Siamo arrabbiatissimi, le cose accadute sono state un brutto spot per il calcio italiano, un'eurofiguraccia».

Nella sua arringa Antonello difende Spalletti («aveva chiesto alla squadra di essere ferocissima in campo e lo è stata») e offre nuovo vigore all'atavica sfida dialettica a distanza con la Juventus: «Nel mondo del calcio molte cose stanno cambiando ma sembra che alcune di queste rimangano invariate (chiaro il riferimento a Calciopoli, ndr). Noi, comunque, siamo orgogliosi della nostra storia».

La posizione dell'Inter non ha però scosso il palazzo: la Procura Federale non aprirà nessuna inchiesta, in quanto non ne esistono i presupposti, dopo aver acquisito i filmati legati al labiale di Paolo Tagliavento nel finale di Inter-Juventus e del dialogo post-gara tra quest'ultimo e il tecnico Allegri. Anzi, se possibile si è creato l'effetto inverso, perché molti ex nerazzurri e tifosi si sono gettati contro squadra e società. È il caso di Sandro Mazzola che ha precisato come non sia colpa dell'arbitro se l'Inter ha perso la gara: «Non è stato un furto - ha ribadito l'ex centrocampista - i bianconeri hanno vinto legittimamente e l'espulsione di Vecino c'era». Poi una piccola critica a Spalletti: «Non avrei tolto Icardi, è un giocatore che non toglierei mai; piuttosto, avrei dato un cazzottone ad Icardi per farlo rientrare e avrei tirato Perisic per la maglia portandolo in panchina».

Ancora più pesante la posizione di Enrico Mentana; il giornalista, tifoso nerazzurro, ha attaccato direttamente il club: «Senza una società in grado di investire e di farsi rispettare, al massimo si può vincere la classifica degli incassi - le sue parole - a parti invertite, dieci minuti dopo la partita i vertici della squadra sconfitta in quel modo (dal presidente in giù) si sarebbero fatti sentire, avrebbero preso posizione. O più probabilmente non sarebbe successo. Da noi invece solo silenzio, forse per colpa dei fusi orari, o della lingua». Ed in un mondo sempre più connesso, non poteva che scatenarsi in modo scomposto anche il mondo social: il fratello dell'arbitro, Roberto Orsato, grande tifoso della Juventus, ha dovuto cambiare il proprio nome su Facebook ma quando ormai la sua fede bianconera era stata scoperta.

E tutti avevano letto i pesanti insulti all'Inter di alcuni post del passato.

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