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Mazzarri rischia la panchina. Più per marketing che per gioco

Thohir teme ripercussioni economiche e la sua pazienza non andrà oltre il derby. Tifosi furibondi sul web, tanti infortunati e condizioni precarie di chi va in campo

Mazzarri rischia la panchina. Più per marketing che per gioco

Sta diventando più difficile tener testa ai tifosi che alle squadre avversarie: contro gli avversari ogni tanto vince, magari su rigore, contro i tifosi perde sempre. Conferma l'impietoso hashtag esploso su Twitter: “#mazzarrivattene”. Perde l'Inter, ma viene sotterrato l'allenatore e magari anche il presidente che non lo cambia. E solo qualcuno ricorda la madre di tutte le fesserie. Leggere una sintesi perfetta per chiarezza: «Moratti ha fatto la frittata vendendo all'indonesiano e ingaggiando Mazzarri ... adesso ha lasciato l'Inter e gli interisti soli e con una montagna di debiti».

La domenica del villaggio nerazzurro non poteva avere un cielo peggiore: nero e non azzurro. La partita con il Parma ha disfatto tutti i castelli di carta. Mazzarri passa per quel “tizio mangia bottiglie”, l'Inter rischia di passare sulla parte destra della classifica, tutte le tesi di pollice contro hanno qualcosa di accreditabile. Invece la pazienza di Thohir dipenderà dai prossimi risultati ma non oltre il derby (quindi Saint Etienne, Verona, sosta e Milan prima dei giallorossi a Roma), e dalla caccia al tesoro bancario. Anzi, oggi Mazzarri rischia di perdere la panchina più per marketing che per risultati pro o contro. Il calcio moderno made in Thohir è anche questo. Le domande alle quali il presidente cercherà risposta saranno prevalentemente economiche: quanto mi costa tenere un allenatore che non piace? Quanto ci perdo in incassi, appeal del marchio, economia di mercato che siano tornei e tournèe o vendite di magliette e affini? Quanto conta la gente che fischia ai fini di un ritorno economico? Quanto rischio di perdere se la squadra non andrà in Champions League? Insomma Thohir sa bene che un Inzaghi style serve ad una società che va alla ricerca di introiti. Ma è pur vero che il popolo dell'Inter è spesso insaziabile, difficilmente accontentabile.

Quindi i nemici di Mazzarri sono uno e centomila. Meglio se la squadra si ritroverà solo con avversari sul campo e non anche con le turbe del suo tecnico tanto attento a sospiri e respiri che lo stanno mandando nel pallone. Per ora meglio ripartire dal computo del calcio vecchio stile, fatto di scelte ed errori. L'Inter aveva riacchiappato una faccia decente non tanto nel gioco quanto nei risultati nelle ultime tre partite di campionato: con il Parma è tornata indietro per scelte sbagliate ed oggettive difficoltà. I problemi stanno nel numero di giocatori in infermeria (sette) e nelle condizioni di quelli che hanno giocato: Hernanes con un ematoma per compagno di viaggio, Dodò in dubbio fino all'ultimo per una infiammazione al ginocchio, Obi non stava benissimo e si è visto, Kovacic imballato da problemi muscolari. Poi si può discutere di tattica sbagliata, dell'impiego errato di Ranocchia che sta diventando uno dei problemi difensivi, tolto dal centro area combina disastri, magari dell'errore estivo nel ridursi ad una rosa con sole tre punte sapendo che Osvaldo e Palacio sono debolucci nei muscoli. E ora Palacio ha una brutta faccia calcistica, nemmeno avesse la testa altrove.

Poi ci sono dati oggettivi: zero gol su azione dell'Inter negli ultimi 270' di gioco. Tre gare in trasferta, su cinque, senza segnare: Torino, Fiorentina e Parma. Quattro minuti passati dall'inizio al gol di De Ceglie, il più veloce subito dai nerazzurri nella stagione. Cinque cross, su 37 tentativi, finiti in area di rigore del Parma. E solo due portano il nome di Dodò, esterno titolare: unico rimasto dei quattro in rosa. E da qui le difficoltà di Icardi che, a Parma, se ne stava fuori area. Se la squadra non produce un gioco per servirlo in area a cosa serve un killer del genere? Infine 8 punti concessi dall'Inter in 10 giornate a squadre dall'undicesima posizione in giù. E nove gol subiti nelle tre sconfitte stagionali, una media di 3 a partita: colabrodo.

Thohir è atteso giovedì a Saint Etienne per la sfida di coppa, poi proseguirà per Nyon dove dovrà spiegare all'Uefa il piano di rientro-debiti. Come sempre, dopo Parma ci sono stati contatti sia con i dirigenti sia con Mazzarri. Amareza, certo, ma al tecnico ET ha concesso le attuenuanti (soprattutto l'infermeria piena). Fiducia a continuare, ma domenica andrà a misurare i fischi di San Siro. Con lui, più che gli hashtag, valgono gli assi...

di danaro.

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