Sport

L'Inter col mal di trasferta tenta l'impresa disperata

In Europa non vince da sei partite lontano da San Siro. E il successo potrebbe non bastare

Luca Talotta

L'ombra di Simeone come una spada di Damocle sulla testa, il pareggio biscotto di Praga in agguato e una squadra già concentrata sulla sfida di lunedì sera contro la Fiorentina. Motivi per distrarsi ce ne sono davvero tanti, ma la gara di Europa League di questa sera sul campo degli israeliani dell'Hapoel Be'er Sheva va rispettata: perché potrebbe permettere all'Inter di cullare ancora sogni europei e al suo allenatore Stefano Pioli di lavorare con più calma, nella ricerca di nuovi stimoli da dare ai giocatori. Il match dell'andata, quando l'Hapoel vinse a San Siro 2-0 portando via tre punti inaspettati, il volano per volersi vendicare e mostrare che l'Inter all'Europa League davvero ci tiene. Concetto finora mai pienamente espresso: «Domenica sera nel derby abbiamo dimostrato carattere ha precisato Pioli alla vigilia vogliamo dare il massimo anche contro l'Hapoel. Non sarà facile, ma cercheremo di vincere».

Sgombrare dalla mente pensieri sulla gara contro la Fiorentina («non ragioniamo sulle prossime sfide»); allontanato, almeno dialetticamente, il fantasma di Simeone («non penso a queste cose, voglio solo lavorare e sfruttare questa grande occasione per riportare l'Inter dove merita»), l'attenzione di Pioli si sposta su Banega, per il quale la gara di stasera potrebbe essere un buon banco di prova per rilanciarsi: «Non boccio nessuno ha precisato il tecnico io scelgo man mano quei giocatori che reputo il meglio per la gara. È bravo a giocare tra le linee. Mi piace un centrocampo dinamico».

Una gara decisiva ai fini della qualificazione («dobbiamo scalare una montagna, ma ci proveremo»), ma anche un successo potrebbe non bastare: l'Inter, che in Europa non vince in trasferta da sei partite dove ha collezionato tre pareggi e tre sconfitte, deve sperare in un eventuale successo del Southampton contro la capolista Sparta per poi giocarsi il tutto per tutto l'8 dicembre a San Siro proprio contro la formazione ceca. Ad oggi lo Sparta (9 punti) e il Southampton (7) sembrano avere una marcia in più di Hapoel (4) e dei nerazzurri (3), che sperano nel gioco d'incastri per risalire una classifica ovviamente deficitaria. Chiaro che un eventuale pareggio biscotto sul campo dei cechi potrebbe essere una vera e propria mazzata per le speranze di qualificazione dei nerazzurri: «Non penso all'altra partita ha tagliato corto Pioli ma solamente alla nostra, vogliamo vincere». Nell'elenco dei convocati, oltre ai fuori lista Joao Mario, Jovetic, Kondogbia e Barbosa, non figurano nemmeno Andreolli, Palacio, Santon e Medel, con quest'ultimo che si sottoporrà ad intervento chirurgico.

Intanto alla vigilia di una partita che potrebbe consegnare alla Roma la qualificazione per i sedicesimi con una giornata d'anticipo (battendo il Viktoria Plsen sarebbero già sicuri anche del primo posto, ma un pari garantirebbe il passaggio del turno) Spalletti e Nainggolan sono tornati sulla sconfitta di domenica e in particolare su quel che è accaduto al momento della sostituzione del belga: il giocatore ha negato il presunto battibecco col vice Domenichini, il tecnico lo ha spalleggiato parlando di «bugie» e poi se l'è presa con l'inviato di Sportmediaset.

Contro i cechi in campo molti titolari, non ci sarà El Shaarawy, fermatosi per un guaio muscolare nella rifinitura, ancora assente Totti.

Commenti