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L'Inter esonera Stramaccioni. Arriva Mazzarri

Moratti manda a casa il giovane tecnico romano e affida la panchina all'uomo che ha guidato il Napoli nelle ultime 4 stagioni. Per lui un contratto biennale

L'Inter esonera Stramaccioni. Arriva Mazzarri

L'avventura di Andrea Stramaccioni all'Inter è finita. Il 37enne tecnico romano è stato esonerato. Troppo deludente la stagione della sua squadra, classificatasi al nono posto, a 54 punti (-33 dalla vetta), lontanissima dalla zona Champions League e clamorosamente fuori anche dall'Europa League. Addirittura due punti in meno di una provinciale come il Catania, che ha fatto un gran bel campionato ma aveva, come unico obiettivo, la salvezza, anche se il sogno europeo era stato accarezzato per diversi mesi dal popolo etneo.

Stramaccioni di sicuro non ha avuto vita facile a causa dei tanti (davvero troppi) infortuni che hanno decimato la sua squadra e qualche episodio sfavorevole imputabile agli arbitri. Ma non è solo da questi particolari che si giudica un allenatore. A fronte dei 55 gol segnati (pochi rispetto ai 71 della Juve, ai 73 del Napoli ed ai 67 del Milan) pesano come un macigno i 57 subiti: ben nove squadre arrivate dopo l'Inter, in classifica, hanno preso meno gol. E se a questo dato sommiamo il fatto che spesso Handanovic, il portiere nerazzurro, è stato il migliore in campo, viene da chiedersi: senza di lui quanti gol avrebbe potuto incassare la Beneamata?

Quella di Stramaccioni è una sconfitta pesante per Massimo Moratti, che in lui aveva creduto molto, a partire da poco più di un anno fa, quando lo aveva promosso sul campo da allenatore della Primavera (vincitore della NextGen Series, una sorta di Coppa dei campioni under 19), a condottiero della prima squadra. L'inizio era stato buono: la vittoria nel derby (4-2) e il sesto posto, con la qualificazione ai preliminari di Europa League, dopo una stagione faticosissima iniziata con l'esonero, alla prima giornata, di Gian Piero Gasperini e proseguita con la gestione davvero sfortunata di Claudio Ranieri. Il secondo anno di Strama sulla panchina nerazzurra è stato disastroso (sedici sconfitte). Moratti lo ha sempre difeso, dall'inizio alla fine. Poi, però, ha dovuto fare i conti coi numeri. E i numeri non tornavano. Avrebbe potuto tenerlo ancora e sfidare tutto e tutti. Ma il rischio, troppo grande, era di doversene pentire a campionato iniziato, magari dopo pochissime giornate, mandando a monte, fin dall'inizio, un'altra stagione. L'ennesima. Il patron dell'Inter non se l'è sentita di rischiare. Ora, salvo sorprese, spazio a Walter Mazzarri e al suo staff incredibilmente bravo (lo dicono le statistiche) a scongiurare gli infortuni dei giocatori. L'Inter cambia musica e si affida anche alla scaramanzia. Perché per vincere servono gli uomini a pieno servizio. Moratti però non si sbilancia ancora: "Penso che entro la fine di questa settimana diremo cosa succede, che si tratti di Mazzarri o no", ha detto lasciando la Saras per entrare nella sede dell’Inter. Poi in serata dopo un po' di melina arriva l'ufficialità: arriva Mazzarri. L’accordo con l’ex tecnico del Napoli avrà durata biennale.

Ultimo allenamento della stagione

A causa del brutto tempo i nerazzurri sono stati costretti a lavorare al coperto nella tensostruttura di Appiano Gentile. La seduta è stata diretta dal vice-allenatore Giuseppe Baresi, vista l’assenza di Stramaccioni ufficialmente alle prese con un’influenza.

L'amarezza di Cambiasso

"Non penso ci siano tante parole da dire - commenta Esteban Cambiasso nel corso della conferenza stampa di presentazione del ritiro estivo dell’Inter a Pinzolo -. È stata una stagione negativa, non all’altezza della storia di questa società, non credo ci sia molto da aggiungere. Ormai è finita, con il dolore di aver vissuto una brutta stagione, così come sono finite quelle che ci hanno regalato felicità. Da adesso in poi si guarda avanti per tornare a disputare stagioni positive - ha proseguito il centrocampista argentino - ogni annata è diversa dalle altre: al di là del prepararla con uno stesso allenatore o preparatore cambia appunto la stagione e i giocatori stessi". Approfondendo il discorso del cambio di allenatore l'argentino la prende alla larga: "I cambi di allenatori sono conseguenza dei risultati che non arrivano, il calcio è calcio, non si tratta né di Inter, né di Milan, Real Madrid o Barcellona.

È il calcio che è così, accade dovunque tranne in casi come, ad esempio, il Manchester United che ha saputo avere pazienza e confermare Ferguson in panchina per tanti anni".

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