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L'Inter riapre il luna park per dimenticare il mal di gol

Spalletti: "Champions come Disneyland, può darci la forza per svoltare". Icardi-Kane sfida di bomber in crisi

L'Inter riapre il luna park per dimenticare il mal di gol

nostro inviato ad Appiano Gentile

L'Inter riapre il Luna Park riportando la Champions league a San Siro dopo sei anni. Un biglietto per le giostre strappato con tanta fatica nella passata stagione, colpevolmente sgualcito da un brutto inizio di campionato. Non certo il modo migliore per presentarsi la sconfitta rovinosa con il Parma. Luciano Spalletti si aggrappa alla vecchia coppa Campioni: «Può essere la gara che ci fa svoltare, secondo me capita a proposito». Il tecnico nerazzurro fa leva proprio sull'effetto Champions perché «una volta che la provi non puoi più farne a meno. Ai giocatori piace sentire la musica negli spogliatoi. È la Disney del football». È anche cara come i parchi a tema di Topolino, verrebbe da aggiungere.

L'Inter entra alle giostre e ora deve scegliere su quale salire nella sfida contro il Tottenham: dall'attrazione adrenalinica a quella da incubo. Per dare una scossa a una squadra che più di ogni altra cosa ha impressionato per la mancata reazione dopo il gol di Dimarco. Squadra muta anche dopo il discorso che Spalletti ha fatto domenica mattina, ma non vuol dire che sia la conferma di un atteggiamento remissivo, di un gruppo che fatica a innescare la scintilla. «Sono i primi a essere infastiditi dalla situazione», spiega l'allenatore. Allora niente di meglio del Tottenham per far parlare in campo. La squadra di Pochettino ha intensità e velocità, alla quale abbina la tecnica indiscutibile di alcuni interpreti, Eriksen su tutti. «Giocheranno a viso aperto, e questo è meglio per noi - spiega Spalletti -. Vogliamo fare la partita, tenere la palla. Loro sono forti, ma anche noi lo siamo».

Non solo la testa, ma anche il fisico non dà le risposte giuste in questo momento e può essere un problema non da poco tenere botta alla fisicità degli inglesi. L'Inter non sembra godere di un buono stato di salute, non solo per gli infortunati. Vrsaljko non ci sarà, con D'Ambrosio si proverà fino all'ultimo, se ce la dovesse fare Keita potrebbe essere l'esterno alto, altrimenti probabile difesa a tre con due esterni di tutta fascia. «Sul piano della corsa non mi è piaciuto l'ultimo quarto d'ora con il Parma. E soprattutto non ci dobbiamo spezzare in due», ammette Spalletti. A maggior ragione stasera non bisognerà mai alzare il piede dall'acceleratore, in quella che da sempre è considerata la competizione dei dettagli. Nulla può essere lasciato al caso, se mai ce ne fosse bisogno l'Uefa lo ricorda quando il suo addetto interrompe la conferenza per sistemare il logo storto.

Certo per molti nerazzurri questa giostra è un inedito, non ci sono mai saliti. A parte Miranda, Asamoah e Nainggolan, gli altri hanno una manciata di presenze o addirittura nessuna. Sarà l'esordio per Mauro Icardi, quello che a Milano «manca solo il mare», come rivelato al magazine digitale del club. Ancora a secco e contro il Parma è entrato senza incidere, senza prendere per mano la squadra. «Lasciamolo così com'è, in certe situazioni di gioco è uno dei più forti che abbia mai allenato», dice Spalletti solo dopo aver ripetuto che una cosa è mancata su tutte sabato scorso: il gol. Un problema non da poco, questione di attenzione se vai al tiro 28 volte in novanta e passa minuti. Dall'altra parte ci sarà Harry Kane, che dall'Inghilterra descrivono giù di corda. Sfida tra capitani che fanno fatica a fare centro, qualunque sia la giostra.

Spalletti teme l'uragano e pungola i suoi: «Molti non hanno ancora espresso le proprie qualità individuali. C'è la voglia di conoscere come si sta in questa giostra». Saranno in 63mila stasera a San Siro a staccare il biglietto del luna park Champions che manca dai tempi di Zanetti post triplete: «Ricordo la prima volta a Pisa contro lo Skonto Riga». Qui non è tempo di sconti alle giostre dove il calcinculo è l'unica attrazione che deve restare chiusa.

Spalletti ha avvisato: «Tutti zitti, è l'ora della svolta».

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