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L'Inter rimonta due volte ma Pjanic è stratosferico

Ranocchia e l'ex Osvaldo rompono il tabù Olimpico Doppietta del bosniaco. E Garcia in casa vince sempre

Miralem Pjanic scatenato, Handanovic è impietrito
Miralem Pjanic scatenato, Handanovic è impietrito

La Roma non molla, l'Inter non basta. L'effetto Mancini porta una miglior Inter, ma una sconfitta in più: non perdeva dal 1°novembre. Roma che risponde con gol e brividi al rullo compressore juventino e continua a vincere in casa. Squadra che regala il bello dell'incertezza, trascinata da dinamismo e ottimismo del gioco. Roma un po' sprecona, due volte rimontata, Inter incapace di tener la difesa cucita e ora la classifica si fa preoccupante. Poi trovi Pjanic che ti crocefigge con due grandi gol. E la dimostrazione di una prepotenza tecnica.

Inter che mantiene fede alla sua ultima tradizione: gli altri segnano e lei rimonta. Anche stavolta, ma non è bastato. E sono quattro volte su tre partite dell'era Mancini: che, poi, sono quelle giocate con il nuovo tecnico. Squadra troppe volte allo sbando nella gestione difensiva. Tasnti contro pochi nel primo gol di Pjanic. La Roma ritrova Gervinho al gol, dopo lunga latitanza, la difesa nerazzurra che mette del suo con le incertezze dei soliti tre (Dodò-Juan Jesus-Ranocchia). Vedere il primo gol: Liajic che penetra come nel burro e il trecciolone che mette il piede mentre Ranocchia contempla. Capitano nerazzurro che poi va al riscatto nell'altra area, pescando a mezz'aria una palla dal corner: Ranocchia formato giraffa e Astori affossato. E stiamo parlando di due stopper della nostra nazionale. Ma il botta e risposta è stato sufficiente a mantenere il pepe della partita con dubbi e certezze delle due squadre. Roma sempre padrona del palleggi, forse un po' troppo allungata nel gioco così da permettere all'Inter di infilarsi nei suoi spazi. Roma feroce negli inserimenti dalla destra con Liajic e Totti, non sempre attenta al fuorigioco praticato dall'Inter. Primo tempo che racconta di un tiro di Liajic respinto da Handanovic, di un gol di Gervinho in fuorigioco, quindi annullato a salvaguardare i tremori interisti e . L'Inter si è stretta tra centrocampo e difesa, cercando l'elastico del contropiede, non sempre riuscito per mancanza di precisione nei passaggi. Mancini ha tenuto in panchina Kovacic e Icardi e provato una soluzione con Kuzmanovic e Guarin sulle ali, M'Vila e Medel in mezzo al campo, Palacio e Osvaldo a darsi il cambio nel ruolo di prima punta. Esperimenti non sempre riusciti o figli dei difetti congeniti: Guarin troppo a sprazzi, squadra che ha cercato di fare la partita: non sempre capace di imporre la propria volontà. Osvaldo gran lottatore. M'Vila un carro armato senza cingoli: poco proponibile ed ha avuto pure l'impudenza di non gradire la sostituzione. Dodò timidino in fase d'attacco, anche se un aggancio in area di Lialjic, nel primo tempo, ha messo qualche dubbio. Inter comunque da veleno nel pozzo romanista quando Kuzmanovic, preso il tempo a Maicon, ha infilato un tiro deviato dal gran riflesso di De Sanctis. Poi il gol di Ranocchia ha risollevato l'animo della gente di Mancini: fra l'altro il primo subito dalla Roma all'Olimpico in campionato (l'ultima volta rete di Osvaldo con la Juve).

Ma la replica dei peccati difensivi interisti si è riaffacciata nella ripresa per spedire la squadra all'inseguimento: Holebas ha trovato la corsia di sinistra popolata di mozzarelle, Ranocchia e Juan Jesus, chi sennò? Ed è andato come uno sprinter, fin a sparare un tiro debordante, nemmeno fosse il Bruno Peres del Torino. Primo colpo basso. Ma Osvaldo ha subito rimediato, mandando la rimonta al potere con una girata di sinistro, sporcata da Astori. Tutti avranno pensato: questa Inter non molla. Peccato sia bastato l'affacciarsi di Totti in area, capace con guizzo da terra di liberare Pjanic al tiro-gol e mostrare al colto e all'inclita dove stiano i veri guai.

E Mancini ci ha rimesso anche l'immacolata fedina calcistica: una battuta di troppo per farsi cacciare. A quel punto addio al potere della rimonta, benchè l'Inter abbia provato il tridente Icardi-Osvaldo e Palacio, appoggiati da Kovacic. Il meglio dell'attacco, ma Iturbe ha fatto provare il brivido del quasi gol e l'ultimo colpo di cannone di Pjanic è stato punizione e spettacolo puro.

Non solo gol.

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