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L'Italia adesso perde anche i tifosi

Il Galles passa all'Olimpico lontano dai pienoni delle ultime stagioni

Paolo Bugatto

Roma Una volta si faceva il pienone. Oggi non più. Solo 36.000 persone sugli spalti dell'Olimpico per la seconda sfida del Sei Nazioni, poche rispetto alle belle abitudini degli ultimi anni. E dopo la Scozia, anche i gallesi prendono lo scalpo azzurro, apparentemente senza soffrire. In realtà sulla prova degli azzurri pesa il ritardo con cui Parisse e soci sono entrati in partita. Questione di disciplina: quattro piazzati concessi troppo facilmente sul piede di Biggar che mettono la prova azzurra su un terreno accidentato.

Il Galles per una buona mezzora si limita a controllare e a sfruttare ogni minimo errore azzurro. Navidi da solo gestisce il punto di incontro e i turnover diventano le occasioni che il piede di Biggar trasforma in punti. La generosità di Parisse è ammirevole ma relativa quanto a frutti portati a casa. Alla fine pure il nostro numero otto cade nella rete. Per gli azzurri la mischia timida del primo tempo diventa una specie di zavorra. Poi l'inerzia cambia proprio sulle fasi statiche, la buona giornata di Budd e Parisse sulle rimesse laterali diventa la piattaforma per consolidare il possesso e lanciare Steyn e David Sisi verso la meta.

Ci rimettiamo in carreggiata ma il tè caldo negli spogliatoi non aiuta ad accendere la luce nel gioco azzurro a dispetto degli incitamenti di O'Shea. Agli azzurri non manca però, come a Edimburgo, la verve per affrontare i reds a viso aperto. Anche se pagano qualche pallone di troppo regalato agli avversari mettendo i ragazzi di Gatland nelle condizioni migliori per mantenere il filo del match. Soprattutto in difesa gli azzurri ci sono, ma mancano nella fase di riutilizzo. L'Italia placca, quasi 200 il numero degli interventi sul portatore di palla. Allan accorcia a -2 con un piazzato ma i Dragoni ripartono di nuovo: prima Josh Adams, su una bella trasformazione del gioco per linee esterne. Poi la moviola ci grazia su un passaggio in avanti che vizia la meta di Jonathan Davies. Fino al sigillo di Owen Watkin che chiude il match.

Sul finale come a Edimburgo arriva la meta di Edoardo Padovani, ma è troppo tardi. Forse servirà per il morale, non serve certo alla classifica. Si esce con un'altra sconfitta (15-26), ma senza i settanta minuti regalati a Edimburgo. Ora il torneo va in pausa, una settimana Si ricomincerà con l'Irlanda che oggi è andata a cogliere lo scalpo degli highlanders 22-13 sull'erba di Murrayfield.

E oggi a Twickenham tocca all'Inghilterra nel faccia a faccia con la Francia.

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