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L'Italia cerca la goleada ma Ventura parte in difesa

Con il Liechtenstein per la differenza reti. Il ct prudente: "Non siamo abituati, non aspettiamoci una passeggiata"

L'Italia cerca la goleada ma Ventura parte in difesa

Facile immaginare cosa sia accaduto a Coverciano negli ultimi allenamenti azzurri. Cross, colpi di testa, acrobazie, duetti rapidi e inserimenti in area. Sì, perchè il ct Ventura avrà certamente allenato la truppa per la disciplina più ostica della nostra Nazionale, ovvero fare goleade agli avversari. Lo dicono le cifre: in 795 partite totali dal 1910 a oggi, solo 18 volte l'Italia ha vinto con 5 o più gol all'attivo (l'ultima nelle qualificazioni mondiali il 6-1 con Malta il 24 marzo 1993 a Palermo) e Olimpiadi a parte, solamente una volta segnando sette reti (amichevole con la Francia nel lontanissimo 1925).

C'è riuscita la sperimentale il 31 maggio scorso a Empoli contro San Marino, un 8-0 che sarebbe sufficiente stasera a Udine (alla Dacia Arena quasi sold out, 25mila biglietti venduti) contro la «cenerentola» Liechtenstein per imitare la Spagna e ridurre il gap nella differenza reti con le Furie Rosse (+9 contro +17), magari con la collaborazione della Macedonia che in casa fece già paura all'Italia a ottobre. In attesa che nella tana della Roja il 2 settembre si dribbli il rischioso play-off per il pass a Russia 2018.

Insomma, far gol senza farsi prendere dall'ansia di prestazione. Anche se all'andata Ventura invitò a mettere da parte il pallottoliere, ricordando come i ragazzi del Principato (numero 186 del ranking Fifa) avessero sfiorato il pari con Israele, fatto soffrire l'Albania e fossero crollati con la Spagna solo nell'ultima mezz'ora. E dopo un primo tempo monstre (quattro gol) l'Italia innestò il freno a mano. Ieri a Udine il ct azzurro ha rinforzato il concetto: «Goleada? Mi sembra una parola forte in una partita internazionale. Il Liechtenstein non è il Brasile ma tre giorni fa ha pareggiato con la Finlandia. Sarà una gara diversa da quelli che molti pensano. L'obiettivo è vincere e migliorare. Ho visto che l'Italia ne ha fatte 90 anni fa, parliamo della notte dei tempi. Nel campionato non siamo abituati, basti pensare che affrontare il Carpi due anni fa non portava a goleade e poi il Carpi è retrocesso... Storicamente è difficile per noi, sia a livello di club che di Nazionale».

Ma il 4-2-4 in campo stasera, e varato proprio nella gara di Vaduz, sarà ancora più offensivo. Basta guardare i numeri stagionali del poker d'attacco azzurro: 92 gol totali tra campionato, coppe e nazionale, di cui 62 - divisi in parti uguali - segnati dal duo Belotti-Immobile, mai così prolifici in carriera. «Per Belotti, una forza della natura, convinsi il presidente del Torino Cairo a spendere 8 milioni, Immobile attacca gli spazi come pochi e in granata si è rigenerato», ha raccontato più volte Ventura. E poi c'è Insigne, venti reti nell'annata, ma in azzurro solo 2 volte in gol in cinque partite da titolare. È stato tra i più attivi nella serata di Nizza contro l'Uruguay e proprio a Udine (amichevole contro la Spagna il 24 marzo 2016) fece centro.

Gabbiadini ed Eder sono le armi da utilizzare a gara in corso per cercare di rimpinguare il bottino di gol. Che nelle 5 gare premondiali dell'era Ventura sono già 13 (come lui solo Trapattoni). Contro il Liechtenstein, decima e ultima gara della prima stagione del ct genovese («sono estremamente contento di ciò che è stato fatto in questi nove mesi, abbiamo dato segnali a tutti che c'è la possibilità di fare qualcosa di buono ed è una buona base di partenza»), inizierà anche la lotta tra punte per strappare un posto sull'aereo per la Russia, pure ancora da conquistare. Chi troverà spazio nella truppa è il ventenne (fra otto giorni) Lorenzo Pellegrini.

Sarà l'11° debuttante in azzurro nell'era Ventura e, approfittando di un centrocampo che ha perso pezzi per strada, giocherà al fianco del suo idolo De Rossi, lui romano di Cinecittà e forse di nuovo romanista con l'approdo a Trigoria di Di Francesco, suo tecnico al Sassuolo.

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