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L'Italia delle controfigure. Conte triste e Pirlo traballa

Ricostruzione difficile: il Ct non sembra più il martello della Juve. E sul regista andato in America: "Per ora punto fermo, ma se cala..."

L'Italia delle controfigure. Conte triste e Pirlo traballa

nostro inviato a Firenze

Italia brutta e terribilmente vera. Storicamente l'appeal della nostra nazionale nelle partite di qualificazione a Mondiali ed Europei è andato sempre più scemando. Colpa, si dirà, di tifosi italiani più legati ai club che ai colori azzurri. Ma partite come quella andata in scena al Franchi di Firenze davanti a più di diecimila ammirevoli spettatori non sono certo uno spot ideale per riportare entusiasmo attorno alla massima rappresentativa azzurra del pallone. Un anno fa, di questi tempi, ci stavamo leccando le ferite del secondo Mondiale di fila fallimentare (eppure solo nove anni fa alzavamo la Coppa a Berlino sullo sfondo dello scandalo di Calciopoli) e si tentava una difficile risalita. A distanza di 365 giorni dalla prima di Conte sulla panchina della Nazionale (un confortante 2-0 all'Olanda che si è ridimensionato nel tempo, alla luce delle difficoltà dei tulipani), nulla sembra essere cambiato. Va bene, è una nazionale in testa alla classifica del girone (che non è una novità), ma i passi avanti sono stati nulli o quasi. Sotto gli occhi c'è una squadra estremamente impoverita nella qualità e il fatto che sbatta il muso anche contro una formazione di diverse categorie inferiore (come sono i semiprofessionisti di Malta del pur bravo Ghedin) toglie alibi a chiunque.

Gioco inesistente, manovra lenta e spesso noiosa, calciatori a corto di condizione fisica (un classico per le nostre squadre, eppure il campionato è iniziato in anticipo anche se con organici da completare), persino Conte non sembra più il martello e l'allenatore vulcanico dei tempi della Juve e fatica, con un materiale umano di scarsa qualità tecnica, ad alimentare il mito del supertecnico arrivato a ricostruire - termine che lui stesso usa e si permette di ribadire ogni piè sospinto - un gruppo dalle macerie della spedizione in Brasile con un ricambio generazionale più difficile del previsto.

Il suo tocco magico non si vede, gli mancano gli uomini di personalità, quelli per poter attuare il suo modulo preferito (il 3-5-2 per la verità finito in disgrazia nel nostro campionato), e sta tentando con un lavoro sempre più ristretto nei giorni di varare una Nazionale quanto meno decente. L'impresa non gli sta riuscendo, e anche lui sembra essere un po' sfiduciato, non ci penserebbe due volte a sposare la causa di un club appena esaurito il contratto con la Figc.

Pirlo è l'altra faccia della medaglia azzurra. L'architetto del centrocampo, uno degli eroi di Berlino, inizia a segnare il passo. L'età avanza, il lavoro di preparazione con il New York non è stato proprio pesantissimo come quello delle nostre squadre. Conte è già pronto a farlo rifiatare - inserendo De Rossi domani a Palermo con la Bulgaria. E di fatto inizia a metterlo in discussione: «Ha fatto la sua scelta, è andato lontano in un campionato diverso. Per ora è un valore aggiunto e resta con noi. Lo stiamo seguendo e se dovessi accorgermi di un calo, allora ne riparleremmo».

E se anche i punti fermi cominciano a traballare, il futuroètutt'altro che roseo..

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