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L'Italia non c'è ancora e Mancini si salva con un rigore da Var

Zielinski infila ancora Donnarumma, la Polonia ci fa soffrire. E il pari è un regalino

L'Italia non c'è ancora e Mancini si salva con un rigore da Var

dal nostro inviato a Bologna

Ora che la Nazionale ha cancellato dall'azzurro anche gli ultimi eroi del 2006, ci si rende conto che la risalita dal baratro toccato dieci mesi fa è ancora lunga e piena di difficoltà. Ma il pareggio che esce dalla notte di Bologna fa capire a quest'Italia giovane e dal cantiere aperto non manca la buona volontà e il coraggio. Servono ancora equilibrio e automatismi contro un avversario che comunque rappresentava un bel banco di prova per una Nazionale che sta ricostruendo e come sostiene Mancini deve farlo anche in fretta.

Il ct ha sbagliato la formazione di partenza, ostinandosi tra le altre cose nella scelta di Balotelli punta centrale che al momento è la controfigura del giocatore di qualità che lui stesso ha avuto al City. L'ora di gioco al Dall'Ara ha visto un Mario poco mobile, come per altro negli allenamenti della settimana a Coverciano, segno che la condizione fisica è ancora scarsa (appena 76 i minuti giocati con il Nizza in quest'inizio di stagione). Ma anche la mediana del primo tempo, da consegnare alla storia come uno dei più brutti della Nazionale, è da bocciare: il Jorginho stellare del Chelsea incapace di prendere per mano e dare geometrie al gruppo, anzi da due suoi errori di seguito nasce il gol di Zielinski che sembrava gettare ombre nerissime sulla serata bolognese; il Gagliardini attuale dà ragione all'Inter che non lo ha inserito nella lista Champions; il romanista Pellegrini paga lo scarso minutaggio concessogli da Di Francesco in campionato. E così i primi 45 minuti sono stati di marca polacca, una squadra che gioca bene sul piano del palleggio anche stretto e che recupera tanti palloni (complici gli errori marchiani e ripetuti soprattutto in fase di impostazione di un'Italia poco tranquilla e quasi bloccata dai fantasmi del recente passato) concedendosi numerose ripartenze. E meno male che Donnarumma si supera su Zielinski e Krychowiak, facendo sì che il passivo non diventi irrecuperabile.

Mancini ha avuto il merito di azzeccare i cambi, inserendo soprattutto Belotti e Chiesa che forse rivedremo dal primo minuto a Lisbona contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Il granata si muove molto più di Balotelli e apre spazi soprattutto a Chiesa che si procura con astuzia il rigore più che dubbio (Baszczykowski ha ragione a protestare perchè tocca prima il pallone in area) che Jorginho trasforma, salvando la sua partita e quella degli azzurri. Ma in Europa, per fortuna degli azzurri, non c'è il Var...

Di sicuro anche per Mancini serve un po' di rodaggio da ct, considerando il materiale umano che si ritrova e un gruppo di giovani da far crescere velocemente. L'Italia del secondo tempo ha un altro passo, certo può migliorare a centrocampo e nella spinta dei terzini (l'esordio di Biraghi, preferito a Criscito non al meglio, ha registrato una serie infinita di cross non tutti positivi). «Era la prima partita importante, qualche errore soprattutto tecnico ci può stare, ma siamo stati bravissimi - così Mancini alla fine -. Abbiamo consentito a loro qualche contropiede di troppo, ma siamo stati comunque bravissimi, come ha dimostrato il secondo tempo. Balotelli? Ha bisogno di giocare e ha spessore internazionale.

Puntare su Chiesa? Dobbiamo puntare su tutti questi ragazzi».

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