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L'Italia sfida pioggia e pronosticiper ritornare vincente in patria

Nibali gioca a nascondersi, Cassani pensa positivo. Ma non partiamo in prima fila: i favoriti sono altri

L'Italia sfida pioggia e pronosticiper ritornare vincente in patria

È come un motore a otto cilindri, potente e compatto, disposti in bancate separate a gruppi di 4. È il motore della nostra nazionale che oggi sul circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola non partirà in prima fila, perché non ha i favori del pronostico. Partiremo appena dietro, per la nostra tradizione, per la nostra storia, per quello che rappresenta il ciclismo italiano nel mondo e per quello che ha saputo fare in meno di un mese l'Italia che ha salvato la rassegna iridata dopo la rinuncia della Svizzera.

Si corre a Imola, ma non partiamo in prima fila. Abbiamo qualche problema di assetto e forse di tenuta, anche se possiamo disporre di qualche motore affidabile. Ce la potremmo giocare con Damiano Caruso, 10° all'ultimo Tour, buon faticatore, buonissima seconda linea, che all'occorrenza sa anche mettersi in gioco. Poi c'è Andrea Bagioli, valtellinese di soli 21 anni al suo esordio in azzurro: il più giovane dai tempi di Saronni. E ancora Alberto Bettiol, vincitore di un Giro delle Fiandre, che in caso di maltempo come è previsto per oggi, potrebbe essere la sorpresa. C'è anche Diego Ulissi, che sta bene, ha vinto l'ultimo Giro del Lussemburgo, ha esperienza e talento, ma ha sempre quel limite insormontabile da superare: i 200 chilometri. Avrà benzina fino alla fine?

Dopo l'oro di Ganna, oggi tocca ai professionisti. A Nibali e Caruso, Ulissi e Visconti, Masnada e Brambilla, Bettiol e Bagioli. Si corre sul circuito di Imola, come avvenne nel 1968 per quel volo solitario e iconico di Vittorio Adorni. Si parte e si arriva nell'autodromo: si esce dalla curva della Rivazza e si torna nel circuito dalla variante alta (curva Acque Minerali) dopo 28 km e 600 metri da ripetere 9 volte sulle colline romagnole. In totale 258 km, con un dislivello di 4950 metri. Due gli strappi da affrontare: Mazzolano e Gallisterna, il punto più duro. Ci saranno anche gli spettatori. Un numero limitato: 2.246 persone. Ma con il rispetto delle norme anti-Covid, il pubblico potrà seguire la gara anche lungo il tracciato.

«Ormai mi sto ripetendo, ma questa è la situazione - spiega Nibali, l'uomo di riferimento della nostra spedizione -. Magari mi sblocco. Magari no. Non posso saperlo. Se arrivo al nono giro e mi dovessi sentire bene, allora ce la giochiamo». Gioca a nascondersi il siciliano. Ad agosto pedalava molto meglio e il Giro d'Italia è alle porte (il via sabato da Palermo). «Ho fatto un grande lavoro, ma la mia condizione è ancora avvolta nel mistero», ripete lo Squalo. Vincenzo non fa previsioni, mentre i meteorologi assicurano tanta pioggia. Cassani non fa drammi e pensa positivo, sperando di rinverdire il Ballan di Varese 2008. «Nibali è Nibali. Ricordiamo che ha vinto la Sanremo non adatta alle sue caratteristiche. È un grande corridore, una persona onesta che sarà pronto, se servirà, a mettersi anche a disposizione». E ieri, a sorpresa, il premier Conte ha chiamato il ct azzurro e il corridore siciliano, aggiungendo altra pressione a quella della vigilia.

Il presidente dell'Uci David Lappartient, dopo i complimenti all'Italia per l'organizzazione, ha detto: «Se nel 1968 a Imola vinse Adorni, perché stavolta non potrebbe farcela Nibali, uno già capace di vincere tutti e tre i grandi giri?». Il diretto interessato abbozza e fa orecchi da mercante. «Faremo una bella corsa, vedrete: siamo un bel gruppo. I favoriti? Van Aert, che al Tour mi ha impressionato. Alaphilippe e Valverde». Oggi è data pioggia e tempesta. Chissà se stasera su Imola spunterà un arcobaleno..

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