Russia 2018

L'Italia vuole un gol per prendersi il Mondiale. "Andremo in Russia"

Il ct Ventura: "Ce la giochiamo in 180', meglio segnare subito". Buffon: perdere? Non ci penso proprio

L'Italia vuole un gol per prendersi il Mondiale. "Andremo in Russia"

nostro inviato a Stoccolma

Quaranta mesi fa, a circa dodici chilometri di distanza dalla Friends Arena di Stoccolma, Giampiero Ventura giocò con il Torino la sua prima gara internazionale. Il campo era quello piccolino del Grimsta Idrottsplats (appena 8.000 spettatori la capienza), la sfida era un preliminare di Europa League che i granata stravinsero all'andata e al ritorno. Un buon ricordo, ma senza nulla togliere ai misteriosi giocatori del Brommapojkarna, stasera gli svedesi saranno di ben altra pasta. «Tra non subire gol e farlo, in una gara da 180 minuti preferisco quest'ultima opzione - sottolinea il ct, solo all'apparenza tranquillo -. E' una gara delicata, ma non sento il rischio di non centrare la sfida, perchè ho percepito che è stata preparata nella maniera migliore».

Ci giochiamo uno spareggio per il Mondiale dopo 20 anni: allora si giocò in Russia con gelo e neve e un pallone rosso, ci fu l'esordio di Buffon e andò più che bene. A Solna è prevista una minima di zero gradi (le previsioni parlano di neve prevista per domani quando le due squadre saranno già in partenza per il secondo round di Milano) e con il caso copertura dello stadio: se la partita inizierà con il tetto chiuso per evitare che il campo si ghiacci (come non vuole la Svezia), non si potrà tornare indietro. C'è grande ottimismo, almeno di facciata, anche se l'ultimo inconveniente (l'infortunio di Zaza) ha creato qualche malumore. «Andremo al Mondiale, lo diciamo con grande umiltà e con rispetto per la Svezia, è il momento che l'Italia faccia l'Italia», continua a ripetere Ventura.

La parola eliminazione è stata bandita dalle sale di Coverciano, da quelle federali di via Allegri e dalla testa di tutti. A quel precedente del 1958, quando l'Italia mancò la qualificazione al Mondiale per mano dell'Irlanda del Nord, nessuno vuole pensare. «E' la sfida per me più importante, anche la più rischiosa ed eccitante», il messaggio lanciato da Ventura. Non per farne una questione di soldi, ma andare in Russia vorrebbe dire mettere in cassaforte circa 10 milioni di dollari. Senza parlare dei 100 milioni di euro che ballano tra premi tv, contratti e sponsor o dei 19 che rappresentano l'attuale movimento di scommesse attorno agli azzurri. Ventura avrebbe il premio da 500mila euro già concesso a Conte per l'approdo agli Europei, i nostri avversari 80mila a testa in caso di impresa.

Con la Svezia non perdiamo dal 2 giugno 1998 (gol al 90' di Andersson, solo omonimo dell'attuale ct scandinavo): quasi venti anni, per l'appunto. Loro non perdono in casa dal settembre 2015 e a Stoccolma con noi sono usciti sconfitti solo nel 1912, più di un secolo fa. «L'Italia potenza politica? In campo saranno undici come noi. E poi la pressione sarà tutta sugli azzurri», così il commissario tecnico di casa. Intanto Buffon festeggia la presenza numero 174 e pensa al secondo spareggio con gli azzurri della sua carriera. Quasi un cerchio che si chiude: «Siamo abbonati al Mondiale e faremo di tutto per essere in Russia. Noi viviamo per i traguardì più importanti che sono anche i sogni di un bambino. Fino a quando avrò l'entusiasmo, andrò in campo. Eccomi a una di quelle partite: se va bene mi darà un grande gioia, se va male...non ci voglio nemmeno pensare. Ed è normale che loro si avvicinino all'evento con entusiasmo e leggerezza perché c'è una storia diversa di queste nazionali. Alcuni giocatori del nostro gruppo danno il meglio con la pressione..».

Il nome Svezia evoca il biscotto di Guimaraes a Euro 2004, ma anche quel pari siglato da Ibra: «Quella gara non è un bel ricordo. Loro fanno sempre la loro partita, ne devi fare una ottima per batterla. Il 2-2 tra Svezia e Danimarca di 13 anni fa? La vita va avanti, posso dire che se uno mette nelle mani degli altri qualcosa ha sbagliato». Stasera decideranno i dettagli, qualche lapsus, la forza fisica e mentale. Nell'unico precedente giocato il 10 novembre (era il 1963) l'Italia fece 1-1 con l'allora Urss a Roma. Ma stasera non firmerebbe per questo risultato..

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