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L'onda razzista dalla A ai campetti

A Parma coinvolti pure i genitori. Ancelotti: «Non se ne può più»

L'onda razzista dalla A ai campetti

Ogni maledetta partita siamo alle solite. Ululati razzisti, cori discriminatori, insulti alle forze dell'ordine in un ormai ordinario stillicidio di stupidità manifesta. Prima del caso Koulibaly come adesso. In coppa Italia cori antisemiti dei tifosi laziali, cori discriminatori e insulti alla polizia di quelli della Roma, ululati contro Kean in Bologna-Juventus. Addirittura insulti razzisti in una gara di Juniores in provincia di Parma, sfociati in una violenta rissa sugli spalti tra alcuni giocatori e genitori, tanto che sono dovuti intervenire i carabinieri. Ma non è solo un problema del calcio. Il preparatore atletico, cubano, della Rari Nantes Bologna di pallavolo femminile è stato insultato dagli spalti per il colore della sua pelle. Un problema di ignoranza. Un problema, evidentemente, della società tutta.

La situazione è tutt'altro che risolta e sta diventando, giorno dopo giorno, sempre più stucchevole. Un po' perché gli episodi non diminuiscono, un po' perché parlandone si fa da involontaria cassa di rinomanza a chi, stupido, non vede l'ora di avere i suoi pochi minuti di ribalta. Fatto sta che soluzioni non se ne vedono. Prima il ministro dell'Interno Salvini dice urbi et orbi che le gare non vanno interrotte. Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti inovca il ruolo di esempio degli sportivi. L'allenatore del Napoli Carlo Ancelotti invece continua nella sua crociata contraria. Altro che non fermare le gare. «In caso di cori razzisti le partite si devono interrompere, si aspetta qualche minuto e poi si riprende», spiega il tecnico che aggiunge. «La verità è che non se ne può più. Il calcio italiano non è cambiato, gli ignoranti e maleducati continuano ad andare negli stadi e per loro serve un corso di educazione, senso civico e rispetto. Ho avuto la fortuna di stare 9 anni all'estero e queste cose sono state debellate, non si può fare, si deve fare». A sostenere Ancelotti anche il neo presidente della Figc Gabriele Gravina che conferma di puntare ad una semplificazione della procedura per sospendere le gare in caso di cosi razzisti, manlevando l'arbitro da ogni responsabilità. «Contemporaneamente all'annuncio dello speaker, la partita verrà momentaneamente sospesa. Se i cori continuano si va dritti negli spogliatoi».

Provvedimento sacrosanto? O un modo per dare poteri a pochi idioti urlanti e ululanti? Difficile da dire. Di certo serve fare qualcosa di forte e pure rapidamente.

Nascondendo la testa sotto la sabbia o fingendo che il problema non esista non cambierà mai nulla.

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