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L'Uefa ha deciso: un anno senza coppe E il Milan fa ricorso

Punito per il triennio 2014-2017, il club va al Tas «Pagate colpe d'altri». Ma era Mr Li nel mirino

L'Uefa ha deciso: un anno senza coppe E il Milan fa ricorso

Stangata era prevista e stangata è stata. La camera giudicante dell'Uefa ha escluso per un anno dalle coppe europee il Milan di Yonghong Li che sul campo aveva conquistato la partecipazione alla prossima edizione dell'Europa league. Il club ha già avviato le pratiche per il ricorso al Tas di Losanna dove proverà a ottenere una riforma della pena capitale. Che vale, milione più milione meno, 20 milioni di euro in un bilancio già in rosso, il cachet garantito alle squadre che partecipano al girone iniziale. Certo: il Milan, l'anno scorso, ha riempito San Siro e i suoi incassi hanno arricchito la cifra ma questo è dibattito da riservare ai contabili. Per il Milan, il club più medagliato del calcio italiano con 7 Champions league, il danno maggiore è alla sua immagine e al suo blasone oltre che alle sorti del negoziato per il passaggio delle quote che è in atto. Nel darne notizia sul proprio sito, l'Uefa ha liquidato la vicenda informando che il provvedimento è stato preso per «aver infranto la regola del pareggio di bilancio». Tradotto in modo didascalico: nel triennio 2014-2017 il club rossonero ha sforato di 120 milioni. Questa è la cornice. Per valutare il quadro bisognerà leggere le motivazioni vere e proprie, di prossima pubblicazione, «a tempo debito» è scritto testualmente. Non solo. In una settimana, Nyon ha partorito un comunicato dal quale sembrava che il Milan fosse stato addirittura penalizzato con due anni di squalifica. L'equivoco che ha tratto in inganno tutti i siti dei quotidiani è stato chiarito in capo a qualche frenetica telefonata con una spiegazione stravagante che è la seguente: poiché la federcalcio italiana non ha ancora inviato l'elenco ufficiale delle società che partecipano alle due competizioni, l'Uefa ha fatto finta di non conoscere la classifica del calcio italiano e quindi stabilito che il verdetto sarebbe stato scontato «nella stagione 18-19 e in quella successiva del 2019-2020». Siamo alle comiche ma questa è la burocrazia dell'Uefa. Identica figuraccia hanno fatto i tanti sapientoni che si erano segnalati per una serie di pronostici catastrofici nei giorni scorsi facendo a gara a chi la sparava più grossa: siamo partiti da 1 anno per passare a 1 anno più 30 milioni di euro, poi due anni, quindi due anni più multa e infine due anni più multa più paletti sul monte stipendi. Sono riusciti a riscattare la fama, già discutibile, dei sondaggisti di casa nostra.

Dietro la scarna motivazione, c'è un non detto che troverà posto nel comunicato successivo. E cioè a spiegare la mano pesante avuta col Milan al contrario delle misure adottate col PSG per esempio o col City - c'è sicuramente la scarsa fiducia oltre che il mistero sulla solidità economica del presidente cinese. È vero: Yonghong Li ha sbagliato nel non presentarsi con la delegazione rossonera a Nyon, ha respinto persino la proposta di Commisso d'accompagnarlo davanti alla camera giudicante ma da questo a decretare la pena più dura per un pregiudizio alimentato da inchieste giornalistiche ce ne passa. Spaventati dalle previsioni più nere, parte dei tifosi milanisti hanno salutato l'anno di squalifica con un mezzo sospiro di sollievo. Non così il Milan... Pier Silvio Berlusconi e Adriano Galliani hanno espresso «il loro dispiacere come tifosi rossoneri» e in serata il club ha commentato «paghiamo colpe di altri...». Parole di sostegno al club dal presidente della Lombardia e grande tifoso, Attilio Fontana «l'amarezza di subire uno schiaffo morale così forte» ha detto «è davvero grande».

E ora parola al tas.

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