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Il Lugano di Tramezzani dalla fabbrica all'Europa

Portò la squadra a vedere chi lavorava all'alba: l'ha lanciata dalla zona retrocessione all'Uefa

Il Lugano di Tramezzani dalla fabbrica all'Europa

Il Lugano giocherà l'Europa League. Una sciagura per gli svizzeri romandi, perché i ticinesi sono baluba, perché il Lugano non raccoglierà nemmeno un punto, sconfitto e umiliato da chiunque. Dipenderà dal nuovo allenatore, perché Paolo Tramezzani ringrazia e saluta. Lo cerca mezza Svizzera, anche quella con la puzza al naso, lo cercano in Italia, ha raccolto le macerie di Zeman e di Manzo, in cinque mesi ha ottenuto più punti di quelli che i due signori di cui sopra avevano conquistato in un anno e mezzo di football. Il leggendario Zeman era arrivato in Ticino con le fanfare, il presidente Renzetti si era illuminato di immenso, garantendogli un mucchio di franchi, seicentomila con benefits. Il Lugano aveva rischiato la retrocessione, finendo penultimo, con una difesa carnevalesca. Zeman se ne era andato a Pescara (idem come sopra), Manzo aveva ottenuto 18 punti in 18 partite, palla a Tramezzani, per cinque anni assistente ma vero uomo di campo della nazionale albanese con Gianni de Biasi coach.

Tramezzani ha capito l'aria che tirava sul lago, la squadra le ha buscate subito 4 a 0 con il Basilea e, dopo una bambola generale con il Thun, l'allenatore ha deciso che era arrivata l'ora di portare tutti a lavorare. Sveglia alle 5 e in corriera verso una ditta di pitture e gessi: «Avete qualche posto libero per alcuni dei miei?» aveva chiesto con un tono severo il Tramezzani mentre la comitiva mugugnava, avendo finalmente capito che cosa significhino sudore e lavoro. Tornati in campo i bianconeri hanno lucidato le insegne del club (sei titoli) e la squadra è arrivata all'Europa League. «Ho cambiato nettamente i sistemi di allenamento. Squadra lenta, distratta, ultima vittoria nel settembre scorso, eliminazione in coppa Svizzera contro l'Aarau, seconda divisione. Zeman si limitava ai gradoni, alle ripetute sui mille metri, lavoro duro ma mai con il pallone. Ho cambiato registro, doppio allenamento tre volte alla settimana, sempre il pallone tra i piedi. Ricordo ancora quello che Zeman disse quando seppe del mio arrivo a Lugano: Tramezzani allenatore? Conosco un Tramezzani bravo commentatore televisivo... Devo ringraziare i miei maestri, Trapattoni, Lippi, Ventura, De Biasi, ma uno su tutti: Walter Novellino, di un altro pianeta, maniaco della fase difensiva».

Stasera Tramezzani incontrerà il presidente Renzetti. Si va ai saluti, il Renzetti risparmia lo stipendio, roba piccola, meno di un terzo del salario del boemo. La qualificazione all'Europa league vale 4 milioni (3,4 dall'Uefa, 950mila dalla federazione svizzera). Il bravo commentatore televisivo emigra. Forse a Sion. Forse a Zurigo.

La ditta di gessi e pitture resta a disposizione.

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