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Lugano troppo svogliato Tramezzani lo porta in una fabbrica all'alba

Lugano troppo svogliato Tramezzani lo porta in una fabbrica all'alba

Q uando Paolo Tramezzani, allenatore del Lugano, ha portato i suoi svogliati calciatori, reduci da una partitaccia persa 5-2 col Thun, davanti alla fabbrica di vernici a Davesco mentre gli operai iniziavano il loro turno all'alba, avremmo voluto abbracciarlo.

Sveglia alle sei. Bagno d'umiltà, ha pensato questo ex calciatore di qualità, eccellente commentatore televisivo, che sa bene cosa succede quando in uno spogliatoio vince sempre la noia. Guardate come ci si guadagna la vita... Per voi è più facile. Naturalmente sarà criticato, ma è venuto il tempo per far capire che la pur difficile vita del professionista sportivo non può essere scambiata per una prigione. Portare la gente in fabbrica, far vedere, far capire. Scorciatoia banale chiamata populismo? Non è così. Ci avevano provato anche altri prima di lui, qualcuno aveva organizzato persino allenamenti in piena notte o all'alba. Molti hanno cercato di spiegare, ma la realtà è che dopo lo sbadiglio e il risolino tutti sono tornati alla vita di prima.

In questi giorni sappiamo di calciatori messi alla berlina perché hanno fatto tardi la sera, la storia ci insegna che sono tantissimi i talenti bruciati al tabarin, dal fumo, da una vita sregolata. Non si fa fatica a ricordare. Chi non conosce le storie degli investigatori che hanno seguito gli assi fino al privato di una discoteca? Chi non ha sentito le storie delle notti magiche, ma non sul campo, di troppi ragazzi che si sono trovati in tasca in una settimana quello che tanti loro coetanei non guadagneranno in un anno.

Banalità direte voi. Però bisogna aiutare anche chi è stato baciato dal talento e lo butta via. Tramezzani non diventerà popolare, ma se le società non leggeranno bene interviste tipo quella del calciatore che soltanto davanti alla sfortuna di un male terribile è riuscito a capire che la febbre da ubriacatura era stata parte della sua rovina, ci troveremo nella stessa situazione dell'allenatore del Lugano, del Ranieri di Leicester: svogliati e presuntuosi, sempre con il coltello dalla parte del manico.

Togliamoglielo, anche per aiutarli.

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