Pyeongchang 2018

L'ultima curva di Arianna. Dorothea, mira congelata

La Fontana trascina la staffetta azzurra in finale. Wierer 18ª, attacca: "Ci provo nell'inseguimento"

L'ultima curva di Arianna. Dorothea, mira congelata

Cinque signore per un sogno. Arianna Fontana con Martina Valcepina nello short track; Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer nel biathlon e Francesca Lollobrigida nel pattinaggio pista lunga. Sono loro i primi sorrisi azzurri di queste Olimpiadi.

Alcuni sono più larghi come quello di Fontana e Valcepina che, nello short track, hanno centrato subito gli obiettivi. Altri sono meno netti, ma non meno fiduciosi, come quello delle signore del biathlon e della «lollo» del ghiaccio, perché le gare di cui sono specialiste non sono quelle di ieri. Per tutte l'obiettivo era rompere il «ghiaccio» e domare questa fredda neve di Corea.

Fontana è stata «portabandiera» e trascinatrice del team: prima ha centrato i quarti dei 500 insieme a Martina Valcepina, dominando le rispettive heat ed assicurandosi - nonostante il nuovo record olimpico della coreana Choi Minjeong (42870) - un posto in prima fila per il prossimo step dei quarti di finale (martedì 13 alle 11). Arianna, poi, ha fatto un miracolo all'ultima curva, trascinando alle finali anche la staffetta e le compagne: oltre a Valcepina, martedì 20 (alle 11), saranno Lucia Peretti e Cecilia Maffei a credere in un sogno di metallo prezioso.

Dal ghiaccio «corto» ed esplosivo dello short track, alla pista lunga: Francesca Lollobrigida ha chiuso 13sima i 3mila metri, dominati, da pronostico, da un terzetto olandese (Achtereekte, Wust e De Jong). Lollobrigida sa che la «sua» gara è la mass start, in programma sabato 24 (alle 12). Questo format è una novità introdotta a Sochi, 4 anni fa: «È ideale per chi, come me, viene dal mondo del pattinaggio a rotelle, ma farò anche le altre gare» ha detto baby Lollo.

Dal ghiaccio alla neve, era tanto il freddo all'Alpensia centre. Ma più duro da digerire dei 7°C, è stato soprattutto il vento che ha soffiato, compagno variabile, indesiderato ed incessante, su quelli che d'estate sono prati da golf. La gara di ieri era una sprint, che nel biathlon ha doppio valore: oltre ad assegnare le prime medaglie - appannaggio di Germania con la star Laura Dahlmeier sulla norvegese Marte Olsbu e sulla repubblica Ceca di Veronika Vitkova - quei 7.5 gelidi km stabiliranno anche l'ordine di partenza della 10 km pursuit, in calendario domani (alle 11.10). Vanno letti in quest'ottica i risultati delle azzurre. Sesta, brava e sorpresa, ha chiuso Lisa Vittozzi, classe 1995: «Con un solo errore al poligono, non ho rimpianti perché è stata una gara durissima», ha detto l'outsider di Sappada che partirà oggi con un gap da colmare di 405, a meno di 15 dal podio virtuale. Vietato non sognare per lei e anche per la più attesa delle signore azzurre: Wierer ha chiuso 18sima a 1'14. A pesare sono stati i due errori al tiro in piedi. «Il vento girava di continuo e mi ha reso più incerta al poligono. Gli errori mi han fatto perdere il ritmo, ma devo dire che ho fatto gare sprint peggiori di questa, riuscendo poi a colmare il gap nell'inseguimento e a salire sul podio: quindi ci provo e ci credo».

E anche noi continuiamo a sognare in azzurro e in rosa.

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