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Lutto nel calcio: morto Ingesson

Quarantasei anni, in Italia aveva vestito le maglie di Bari, Bologna e Lecce. Nel 1994 arrivò terzo ai Mondiali con la sua Svezia

Ingesson con la maglia del Bologna in una partita contro la Juventus
Ingesson con la maglia del Bologna in una partita contro la Juventus

Il mondo del calcio piange per la scomparsadello svedese Klas Ingesson, che si è spento a 46 anni per un mieloma multiplo. Chiamato il "guerriero" per la stazza e l'enorme grinta in campo, aveva vestito per 57 volte la maglia della nazionale scandinava, disputando ben due Mondiali: Italia '90 e Usa '94 (negli States conquistando uno storico terzo posto). Ingesson calcò i campi da gioco anche in Italia: fu il Bari a puntare su di lui, che si era formato con le maglie di Malines, Psv Eindhoven e Sheffield Wednesday. Dal 1995 al 1998 fece registrare 94 presenze mettendo a segno 11 reti. "I baresi lo ricordano come un grandissimo combattente. Ma soprattutto per la sua correttezza e generosità. Ciao grande Klas!", si legge a riguardo sul sito della società pugliese.

L'avventura italiana di Ingesson proseguì a Bologna, dal 1998 al 2000 con 64 presenze e 4 gol. Anche in Emilia il ricordo del calciatore e dell'uomo è splendido. "Oggi se n'è andato il nostro guerriero. Sarai sempre con noi", recita la nota della società. Dopo una breve parentesi nell'Olympique Marsiglia il calciatore decise di tornare in Italia, questa volta nel Salento, per chiudere la carriera nel Lecce. Un gol e 19 presenze nel 2001, senza lasciare troppo il segno.

Nel maggio 2009 apprese di essere malato, ma iniziò fin da subito a combattere. Nel dicembre 2010, infatti, accettò l'offerta da parte dell'Elfsborg di allenare la formazione Under-21 del club.

Il mieloma tornò ad attaccarlo nel gennaio 2013, ma dopo alcuni mesi nel settembre dello stesso anno la favola sembra avere un lieto fine. Il "Guerriero" guida la prima squadra dell'Elfsborg e annuncia a tutti di essere riuscito a sconfiggere la malattia. Purtroppo, però, non era così. Ingesson continua a lottare ed allenare, anche in sedia a rotelle, fino all'ultimo respiro.

Si arrende solo il 16 ottobre scorso quando, con la squadra terza in classifica, alza bandiera bianca a causa delle sue condizioni di salute e decide di ritirarsi nella sua casa di Ödeshög.

 

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