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Made in Max: un po' sostanza e un po' forma

di Tony Damascelli

Il Genoa, innanzitutto. Allegri bagna i coriandoli bianconeri, fine delle festa catalana, si parla di campionato, prossimo impegno allo Stadium. Del resto la Juventus non ha ancora vinto nulla. Siamo al quasi, all'incirca, è vicina allo scudetto numero 6 consecutivo, di sicuro sul campo, è finalista di coppa Italia, è semifinalista di champions ma servono ancora partite e dubbi da affrontare e, poi, risolvere. Ci si può ammalare di troppa salute, ovviamente si va di paradossi, la Juventus oggi è cosa certa, è figlia della propria testa, rimessa a posto dalla scossa elettrica di Antonio Conte e resa lucida dalla lezione di Massimiliano Allegri.

Il totale porta a una squadra compatta, unita non soltanto tatticamente ma nello spirito, nel senso del gruppo e della fidelizzazione dei nuovi arrivati.

La Juventus non affascina ma vince e sugli almanacchi questo conta. Ci sono ancora i soldati giapponesi del sacchismo e affini, con in testa lo stesso Arrigo Sacchi, che rimproverano le scelte di gioco e la qualità dello stesso, dimenticando il passato remoto di un grandissimo Milan che, comunque, fuori casa, in coppa, vinse soltanto tre volte e contro avversari di margine continentale ma è inutile ribattere alla stessa stanca melodia, in circuito da anni.

Piuttosto, come provocazione, qualcuno domanda se questa Juventus abbia un futuro. Perché l'anagrafe pesa, perché, rispetto a due anni fa, a Berlino intendo, Allegri ha mandato in campo nove undicesimi debuttanti, perché Buffon, Chiellini, Dani Alves, Barzagli, Lichsteiner, Marchisio e Mandzukic sono tutti over 30 ma Paratici e Marotta hanno già individuato le alternative, alcune però acerbe, da rivedere in maglia bianconera. La Juventus non può commettere l'errore dell'Inter 2010, ebbra di triplete. Ma c'è tempo per riflettere e per correggere e ritoccare. Allegri si appresta a battere qualunque record ma, soprattutto, a smentire chi non credeva fortissimamente in lui, e sono fra questi. Soltanto gli stolti non cambiano idea o opinione.

Conta, dunque, la sostanza, non soltanto la forma. La Juventus di Barcellona ha unito le due cose, non è stato un episodio, non ha sbagliato nulla.

Il resto sono chiacchiere davvero inutili.

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