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Magia a Boston, trionfa un dilettante

Il giapponese Kawauchi, un impiegato, vince la classica maratona

Antonio Ruzzo

Milano È un po' come se il centravanti di una squadra di serie D, entrasse in campo a Wembley nella finale di Champions e segnasse il gol decisivo contro il Real. Più o meno. Yuki Kawauchi, 30anni giapponese, ha vinto a sorpresa la Maratona di Boston, la più antica, la più prestigiosa, quella, come dicono gli americani, da cui tutto è cominciato. Il giapponese è un maratoneta a «tempo perso» perché di mestiere fa l'impiegato nella prefettura della sua città. Si allena quando può, come fanno tanti amatori, ma non campa con la corsa. Però si allena parecchio tant'è che da poco è entrato nel Guinness dei primati per aver corso più di 80 maratone sotto le 2 ore e 20 minuti. Ottimo tempo ma lontanissimo dai primi che al traguardo ci arrivano un quarto d'ora prima: ed è un'infinità.

Ma Boston è Boston e da sempre è capace di raccontare storie straordinarie. È la vera maratona americana, quella che conta. Più di New York, considerata commerciale, da «parvenu» della fatica, da turisti. Boston è Boston da 122 anni, sempre il terzo lunedì di aprile durante il Patriot's day la festa che in Massachusetts celebra l'inizio della rivoluzione. È la maratona più dura del mondo con quella sua collina spaccacuore a 10 chilometri dall'arrivo. È Kathrine Switzer la prima donna a correre una maratona e capace di cambiare una storia che allora vietava alle donne le lunghe distanze. Boston per noi è la vittoria di Gelindo Bordin, il 16 aprile del 1990, dopo l'oro ai Giochi del 1988, che da queste parti scrisse un pezzo di storia che non cancellerà più nessuno: primo in 2 ore 08'19 e primo campione olimpico a vincere anche a Boston. Mai più successo.

E da lunedì Boston è l'impresa di questo impiegato giapponese che, in una giornata dove il Dio della maratona ha voluto mettere tutti alla prova con pioggia, neve e temperature vicine allo zero, si è messo dietro le gazzelle degli altopiani africani, professionisti, il campione del mondo in carica Geoffrey Kirui, lo statunitense di origini keniane Shadrack Biwott partito tra i favoriti. Tutti saltati. Tutti lontanissimi e dispersi.

Kawauchi, da buon samurai, non ha mai mollato ed è arrivato primo al traguardo in 2 ore e 18 minuti. Tanti. Tantissimi per vincere una maratona. Ma sufficienti per entrare in una storia più grande di lui. Boston è Boston e non delude mai..

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