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Malagò: "Coni ucciso con 4 righe, dopo Tokyo me ne vado"

Il presidente del Comitato olimpico annuncia l'addio dopo le Olimpiadi 2020. Il governo: "Liberiamo lo sport"

Malagò: "Coni ucciso con 4 righe, dopo Tokyo me ne vado"

Giovanni Malagò continua la sua battaglia contro il governo per la riforma del Coni inserita nella manovra. E ora annuncia: "Dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020 lascerò la presidenza".

Un'altra giornata di tensione tra il vertice dello sport italiano e il governo gialloverde. Ieri, durante il consiglio nazionale del Coni, Malagò aveva accusato l'esecutivo di aver osato "ciò che neanche il fascismo era arrivato a fare", ovvero "togliere l'autonomia al Comitato olimpico". La norma contestata riguarda la creazione della nuova società "Sport e salute", che andrebbe a sostituire l'attuale "Coni servizi" e avrebbe un gruppo dirigente nominato dalla politica. Per Malagò questo è un attacco all'indipendenza delle federazioni sportive. Mentre il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, in un colloquio con il Corriere della Sera, sostiene che "'Sport e salute' avrà un presidente manager, che la condurrà con spirito imprenditoriale".

Oggi, parlando a margine di un evento, Malagò ha nuovamente accusato i gialloverdi: "Dalla mattina alla sera, con quattro righe nella Finanziaria, è stato ucciso il Comitato olimpico italiano". E in un'intervista al programma Zapping di Radio1, ha annunciato il suo addio al Coni nel 2020: "Siccome la riforma entra in vigore nel 2020, dopo le Olimpiadi mi farò da parte. Anche se è chiaro che finchè c'è vita c'è speranza...".

Malagò è stato eletto nel 2013, e confermato presidente nel 2017. Secondo una norma introdotta a fine 2017, dunque alle battute finali della scorsa legislatura, avrebbe potuto ricandidarsi a un terzo mandato e rimanere alla guida del Coni fino al 2025.

Il governo risponde a Malagò per bocca di Guido Guidesi, sottosegretario leghista ai Rapporti con il Parlamento: "Da anni al Coni una sola persona decide tutto: non è il governo ad occupare lo sport ma, con la norma proposta, tentiamo di liberare lo sport da una monarchia".

Nella contesa bisogna guardare a due Olimpiadi: quelle estive di Tokyo 2020, che il Coni preparerà nei prossimi mesi. E quelle invernali del 2026, con la candidatura di Milano e Cortina. Il Comitato olimpico internazionale, infatti, non vedrebbe di buon occhio la riforma.

Anche se Giorgetti sostiene che il Cio non interverrà a punire l'Italia.

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