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Malagò rieletto alla presidenza «Lo sport è unito C'è da esserne orgogliosi» Ora le riforme Chimenti e la Sensini vice

Marcello Di Dio

Roma Una rielezione scontata, con 67 voti su 75 disponibili (pur con qualche mal di pancia all'interno del Consiglio Nazionale del Coni), e solo briciole per lo sfidante Sergio Grifoni. «Non mi è stato regalato nulla in questi quattro anni e in un paese che si divide su tutto, il mondo dello sport si è dimostrato compatto e c'è da esserne orgogliosi», così Giovanni Malagò che resta presidente per un altro quadriennio con l'obiettivo di migliorare i risultati e promuovere lo sport di base e soprattutto avviare la stagione delle non più rinviabili riforme, partendo dagli statuti delle federazioni («una babele», l'ha definita il numero uno dello sport italiano).

Con un sogno olimpico che non si spegne («chi fa il presidente di un comitato importante come quello italiano non ci deve mai rinunciare, sarebbe come tradire la propria missione», sottolinea Malagò), anche se al momento legato alle decisioni del Cio di settembre quando a Lima potrebbe assegnare i Giochi del 2024 a Parigi, chiudendo la porta a una candidatura di Milano per l'edizione successiva.

Pur con un bilancio di fine mandato positivo («i 4/5 del programma del 2013 sono stati realizzati, quello che è mancato non è dipeso dalla responsabilità del Coni»), la ferita del ritiro di Roma dalla corsa a cinque cerchi resta ancora aperta. «La cosa che più amareggia è che ogni decisione della politica deve essere rispettata, ma ci devono essere delle soluzioni alternative altrimenti il mondo dello sport non potrà mai accettarlo», ha ribadito il neo eletto presidente. Che come primo atto nomina vicario Franco Chimenti che lascerà la presidenza della Coni Servizi (interim di Malagò fino ai Giochi invernali di Pyeongchang 2018, poi passerà il testimone al segretario generale Fabbricini che a sua volta sarà sostituito dal suo «secondo» Mornati). Mentre il vicepresidente sarà una donna, Alessandra Sensini come Diana Bianchedi nell'era Petrucci.

In Giunta entrano tre esponenti del mondo del tennis (Binaghi, Rici Bitti e Talento) e saranno rappresentate tutte discipline olimpiche, mentre restano fuori Di Rocco (ciclismo) e Pigozzi, rettore dell'Università dello sport, respinto dal fuoco di sbarramento di Malagò.

I membri del Consiglio incontreranno il 12 giugno il capo dello Stato Mattarella: possibile cornice lo stadio Pietrangeli al Foro Italico.

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