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Maledetti o eterni perdenti sul trono del baseball

World series tra i Cubs che non vincono dal 1908 e Cleveland, città più beffata dello sport Usa

Maledetti o eterni perdenti sul trono del baseball

Non vedevamo l'ora, ma adesso che il traguardo è vicino c'è quasi la paura che si rimanga senza argomenti. La presunta maledizione della capra per i Chicago Cubs e la ex maledizione dei perdenti nati per gli Indians, anzi per Cleveland. Ma nel giro di pochi giorni, tempo che finisca la World Series che parte questa notte (diretta su Fox Sports dall'1.30), un tema pluridecennale verrà reso privo di qualsiasi significato. Oddio, nel caso dei Cubs si va al 1908, ultima World Series vinta, seguita poi da vari tentativi di ripetersi: l'ultimo nel 1945, quando arrivò il ko contro Detroit, nella serie in cui un tizio che aveva portato la propria capra alla partita, con regolare biglietto, venne pregato di uscire, per via del cattivo odore dell'animale, e per ripicca urlò che per i Cubs non ci sarebbero mai più state vittorie. Il bello è che nemmeno la presenza di grandi giocatori ha mai più permesso alla squadra di arrivare in finale, e nel 2003 il disastro: un tifoso, Steve Bartman, tentando di prendere una pallina ostacolò un giocatore di Chicago, che non riuscì ad eliminare un avversario, l'inning proseguì e Miami vinse, facendo altrettanto nella partita successiva e andando lei stessa alla World Series. Ma la maledizione si vince anche come hanno fatto gli ultimi Cubs: con un grande allenatore dal cuore leggero come Joe Maddon, con giocatori spettacolari come Kris Bryant, terza base e candidato Mvp, il prima base Anthony Rizzo - lo scorso anno spuntato anche a Piazza San Pietro a vedere il Papa - e l'interbase Addison Russell, giovani e motivati. E la capra trema.

Per Cleveland il discorso è più lieve, quasi scomodo: nessuna maledizione vera (o finta, come in fondo è quella dei Cubs), e se mai ci fosse stata ci hanno pensato i Cavs a smantellarla lo scorso giugno nel basket, ma prima di quel drammatico 4-3 a Golden State erano 52 anni che in città non si vinceva nulla, e le delusioni erano state tante. Per gli Indians, le World Series perse nel 1995 e 1997, con il poco lusinghiero record, nel primo caso, di essere l'unica squadra ad aver perso una gara7 in cui era in testa al nono inning; per i Browns prima versione, il tormento di due semifinali perse contro Denver, nel 1986 e 1987, quando in entrambi i casi pareva arrivato il momento del primo viaggio al Super Bowl. E nel febbraio 1996 il proprietario Art Modell trasferì la squadra a Baltimore, lasciando la città senza la sua storica franchigia Nfl. Un trauma tale che la Nfl stessa consentì a Cleveland di crearne una nuova che ne ereditasse i colori e il lignaggio, ma dal 1999 ad oggi i nuovi Browns non ne hanno azzeccata una, e sono ora l'unica squadra senza vittorie dopo un mese e mezzo di campionato.

Ecco perché dopo un inizio tiepido, con basse presenze di pubblico, nelle ultime settimane a Cleveland per gli Indians hanno perso la testa.

Altro che Major League, il film spassoso e satirico con protagonista Charlie Sheen, altro che prese in giro e compatimenti: qui si sta già facendo la storia, anche se sarebbe meglio farla alzando un trofeo, e non solo spernacchiando le maledizioni, o presunte tali.

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