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Mancini e un'Italia ai minimi termini

Il ct ritrova Verratti e Giovinco, ma ha un solo «9». E i milanesi pensano al derby...

Mancini e un'Italia ai minimi termini

È la settimana della Nazionale, al termine della quale sapremo se la truppa di Mancini sarà a un passo dalla retrocessione nella Lega B della Nations League e fuori dalle teste di serie al sorteggio per Euro 2020 e per le qualificazioni al Mondiale 2022. Prima l'Ucraina, domani in amichevole a Genova, domenica la sfida delicata in Polonia.

Tra giocatori infortunati e fuori forma, ci sono sei novità rispetto al gruppo convocato a settembre nel quale c'erano 4 elementi in più. Un'Italia ai minimi termini, dunque, che ha ritrovato Verratti e anche il «canadese» Giovinco («ha 31 anni, ha grandi qualità e lo seguiamo da tempo: volevo vedere dal vivo come sta», ha sottolineato Mancini), ma che ha sempre meno prestigio internazionale. «Non andando al Mondiale un po' ne abbiamo perso, ora abbiamo scelto di puntare su giocatori giovani, e ci vorrà tempo: meritano di avere occasioni per provare a riportare la Nazionale a essere fra le migliori al mondo», così il ct. Che pensa a qualche esperimento per la gara di Genova e una squadra un po' più «esperta» per la sfida di Chorzow: «Oggi la condizione è migliorata, ci sarà chi potrà giocare anche due partite in quattro giorni».

La fuga dei «milanesi». I rossoneri Cutrone e Romagnoli e l'interista D'Ambrosio, arrivati acciaccati a Coverciano, hanno subito preso la strada del ritorno. Dopo la sosta ci sarà il derby meneghino, meglio non rischiare ora che le milanesi stanno rivedendo la luce a livello di risultati nazionali ed europei. Donnarumma, Bonaventura e Gagliardini (quest'ultimo attualmente non titolare) i reduci di Milan e Inter in azzurro con buone possibilità di vederli in campo nei 180 minuti.

La maglia numero 9 senza padrone. Belotti e Balotelli sono rimasti fuori dalla lista dei convocati per motivi tecnici: il primo è in testa alla gerarchia di Mazzarri nel Toro, Mancini gli preferisce Zaza (ieri fermatosi alla fine dell'allenamento per un piccolo problema alla coscia e anche lui a rischio) che in granata parte alle spalle o al fianco del «Gallo»; il secondo, pure pupillo di Mancini e manifesto del nuovo corso, è stato accantonato anche dall'allenatore del Nizza Vieira. «Ma fanno parte del gruppo, quando saranno al 100 per cento ci torneranno - ha precisato Mancini -. Ho preferito lasciare Belotti tranquillo ad allenarsi per tornare a essere quello che era». Con il forfait di Cutrone, l'unico vero nove della rosa resta così il bomber della Lazio Immobile. Con il problema del gol da risolvere.

La novità Piccini. Se Barella è stato il convocato numero 800 della storia azzurra e Tonelli è stato chiamato più per motivi geopolitici (è un calciatore della Samp e con l'Ucraina si gioca a Genova), la chiamata di Cristiano Piccini, classe 1992, ha sorpreso tutti. Nato e cresciuto a Firenze, dove ha giocato nelle giovanili della Viola, non è mai arrivato in A prima di «emigrare» dall'Italia. Betis Siviglia e Sporting Lisbona, la rottura del crociato, ora il Valencia che nell'ultima sessione di mercato lo ha pagato 10 milioni per poi blindarlo con una clausola da 80. Insomma, il terzino più costoso del mondo. «Meglio che giochi all'estero, può dimostrare il suo valore...

», l'analisi del Mancio.

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