Sport

Mancini, vendetta e veleno su Sarri

S e la vendetta è un piatto che va consumato freddo, Stevan Jovetic è quello che esce con il sorriso più smagliante dalla fredda serata del San Paolo

Mancini, vendetta e veleno su Sarri

S e la vendetta è un piatto che va consumato freddo, Stevan Jovetic è quello che esce con il sorriso più smagliante dalla fredda serata del San Paolo. Il palo fermò la conclusione del montenegrino il 30 novembre scorso, negando all’Inter un risultato positivo in casa dei partenopei che balzarono per la prima volta in vetta al campionato. Stavolta il preciso tiro dal limite di Jo-Jo finisce alle spalle di un sorpreso Reina e consegna di fatto il passaggio del turno ai nerazzurri, oltre che un successo a Fuorigrotta che mancava dal 1997. Il serbo Ljajic completa l’opera in contropiede in pieno recupero mentre Roberto Mancini battibecca prima con il quarto uomo Di Bello sull’errata segnalazione del recupero e poi con il collega Sarri (i tecnici entrambi espulsi). Ora la truppa nerazzurra attende la vincente di Lazio-Juventus - primo round già mercoledì prossimo -. Nella sfida diventata un classico dei quarti della Tim Cup (quarta volta nelle ultime sei stagioni), il bilancio torna a essere in parità. Ma se il successo nerazzurro del 2011 arrivò ai rigori, in questa circostanza l’Inter si impone nei 90 minuti giocando una partita tatticamente perfetta.

Di fronte a una squadra diventata padrona della serie A, il tecnico re di Coppa - quattro successi in carriera da allenatore, dieci considerando anche il campo - che ha un conto in sospeso con gli avversari (vedi l’eliminazione nella passata stagione arrivata sui titoli di coda con l’errore di Ranocchia e la stoccata vincente di Higuain), mette in campo la squadra nella maniera migliore, contenendo il Napoli e provando poi ad attaccarlo quando gli spazi si aprono. I nerazzurri propongono un undici più vicino a quello titolare, a differenza del Napoli che si affida a un mirato turnover. Lo spettacolo latita, il ritmo non è elevatissimo, la squadra di Sarri - senza Higuain per trequarti di match - perde in dinamicità: Gabbiadini non è il Pipita, Callejon e Mertens battibeccano a vicenda complice un’intesa non perfetta. Il Napoli tira di più in porta, Handanovic senza grandi miracoli (l’unico su Higuain a tempo ormai scaduto) sventa le minacce che arrivano soprattutto nella prima frazione. L’Inter imbriglia gli avversari nel possesso palla e bada a sottrarre loro il pallino del match, non tirando quasi mai verso la porta di Reina ma impostando il gioco con maggiore tranquillità rispetto agli avversari. Tra i nerazzurri, arrivati a Napoli solo nella mattinata di ieri proprio per lavorare con tranquillità alla Pinetina, Guarin non è nemmeno in panchina: il colombiano ha accettato l’offerta dello Jiangsu per 7,5 milioni a stagione per 4 anni (al club nerazzurro 15 più 3 di bonus).

La truppa di Sarri gira a vuoto rispetto ad altre serate e arriva la prima sconfitta stagionale al San Paolo. Il Napoli deve dire addio al primo dei tre obiettivi di quest’annata, l’Inter mette un freno al periodo buio (solo 4 punti in altrettanti turni di campionato) e ritrova qualche piccola certezza da riversare sul torneo che la vede ora confinata sul gradino più basso del podio

Commenti