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Mandzukic sveglia la Juve dal sonno

Il croato sblocca, poi sfida in discesa. Eguagliato il record di Conte: 43 volte di fila in gol

Mandzukic sveglia la Juve dal sonno

Torino - Quando, al minuto 44 del primo tempo, un cambio di gioco sbagliato da parte di Alex Sandro era stato accolto dai fischi dell'Allianz Stadium, la Juventus era ancora sorprendentemente sullo 0-0 contro il Crotone. In una serata fredda ma non gelida, la Signora stava confermando di non essere più quella macchina inarrestabile che nelle scorse stagioni terrorizzava, quasi senza volere gli avversari, a maggior ragione quelli che si presentavano a Torino senza i quattro quarti di nobiltà. Era però talmente evidente la differenza di qualità tra le due formazioni che il primo quarto d'ora della ripresa ha permesso alla squadra di Allegri di dimenticare il ko del turno precedente a Genova contro la Samp e di tornare a meno quattro dal Napoli, in attesa dello scontro diretto di venerdì sera al San Paolo. Risultato: 3-0, reti di Mandzukic (la quinta stagionale), De Sciglio (prima tra i professionisti, non solo in bianconero) e Benatia (seconda da quando è a Torino), segnando per la 43esima volta di fila ed eguagliando così il record stabilito dalla Juve di Conte tra febbraio 2013 e marzo 2014.

L'esordio stagionale del campione del mondo Howedes, al centro della difesa, era la novità più succosa del pre partita, insieme al turno di riposo per Higuain e al conseguente spostamento di Mandzukic nel ruolo di prima punta, con Douglas Costa e Dybala a supporto. Però, appunto, i bianconeri giochicchiavano: l'ex Bayern Monaco era tra i più volenterosi e da una sua iniziativa nasceva una prima palla gol per Matuidi, il cui sinistro finiva però dritto in curva. Poi, tanto predominio territoriale: quasi inutile, però, perché nonostante i ventotto minuti (contro i soli cinque degli ospiti) di possesso palla a metà gara, Cordaz non aveva dovuto compiere chissà quali miracoli. Una bella parata, già sul finire della prima frazione, su una conclusione da fuori di Alex Sandro, per il resto quasi ordinaria amministrazione: vero che i bianconeri si erano pure resi pericolosi con due colpi di testa di Matuidi e Mandzukic (unico segnale di vita lanciato dal croato nei primi quarantacinque minuti), ma il fatturato rimaneva comunque insufficiente. Anche perché i calabresi si erano dimostrati sì organizzati e compatti , ma anche di una pochezza tecnica quasi disarmante: Budimir non era infatti riuscito a tenere un pallone che fosse uno nella metà campo bianconera, né Tonev era mai entrato in cronaca se non per un sinistro con zero pretese.

Insomma: la squadra di Nicola aveva fatto il suo. Poco, ma con dignità. Sognando una vera impresa, quasi per dare ragione a Del Piero che nei giorni scorsi aveva indicato nella salvezza ottenuta lo scorso anno dai calabresi il miglior momento sportivo dell'anno sul sito mylaureus.com. Era però ovvio che i campioni d'Italia non potessero continuare a viaggiare a tre cilindri. Così, una decina di minuti fatti come si deve a inizio ripresa mettevano il match sui binari desiderati e più scontati: il cross da destra di Barzagli era un cioccolatino che la testa di Mandzukic depositava alle spalle di Cordaz. In pratica, era il replay di quanto già accaduto nel primo tempo. Di lì a poco sarebbe arrivato anche il raddoppio grazie a una conclusione da fuori area di De Sciglio, entrato da poco al posto di Lichtsteiner: per festeggiare l'ex milanista si scomodava dalla propria porta persino Buffon, certamente desideroso di complimentarsi con il proprio compagno e magari pure di farsi una corsetta per scaldarsi.

Chiudeva quindi i conti Benatia, quando ormai il Crotone aveva abbandonato ogni sogno di gloria.

Contro il Napoli, però, servirà un'altra Juve.

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