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Da marziano a bambino Il Ronaldo furioso è un concorso di colpa

L'errore di giocare è da dividere tra calciatore e squadra. Pesano gli anni e i soldi spesi per lui

Da marziano a bambino Il Ronaldo furioso è un concorso di colpa

I n principio fu Andrea Pirlo. Non accettò la sostituzione nella partita con il Verona, si rifiutò di stringere la mano di Antonio Conte e andò diritto nello spogliatoio. Vennero, poi, Carlos Tevez e Paulo Dybala, idem come sopra, era cambiata soltanto la mano del tecnico, trattavasi di Allegri. Cristiano Ronaldo si è aggiunto al corteo di malmostosi, con un atteggiamento sgarbato, dopo un'esibizione penosa. Quando toccò a Pirlo si disse e si scrisse che il rinnovo contrattuale del campione del mondo non sarebbe stato più sicuro.

Cristiano Ronaldo ha sbagliato ma con lui ha sbagliato la Juventus, Sarri e il suo staff, compreso quello dirigenziale, che ha chiesto al portoghese di giocare contro il Milan, così come di scendere in campo a Mosca. Ronaldo ha ubbidito ma ha aggiunto proprie responsabilità, le sue condizioni non sono buone e quando il fisico, decisivo nel suo caso, non è al cento per cento va da sé che le prestazioni siano insufficienti. Questo non lo discolpa dall'atteggiamento cafone mantenuto al momento della sostituzione, mancando di rispetto all'allenatore e al resto della squadra. Posso aggiungere che lo stesso Sarri aveva deciso, al termine del primo tempo, di dover comunque intervenire, proprio nell'interesse del gioco e del risultato, le sue ultime esitazioni sono state cancellate da un paio di elementari errori del portoghese. Il quale è partito per gli impegni della nazionale alla ricerca di un altro record personale ma ha cercato di rimediare alla macchia, sul foglio del compito in classe, con il solito, scontato tweet partita difficile, vittoria importante!.

La questione è comunque aperta. Cristiano Ronaldo ha 34 anni e, nonostante il maniacale impegno quotidiano sulla forma fisica, sconta il logorio del football moderno e, soprattutto, il peso che deriva dall'enorme esborso finanziario sostenuto dal club nei suoi confronti, con le note conseguenze sul bilancio societario. Se i milioni non scendono in campo è vero, però, che un campione ha anche il dovere di rispettare le scelte dell'allenatore, a meno che non abbia già in testa di emigrare, come era accaduto a Manchester, prima, e a Madrid, dopo. Non è ancora il caso, però Sarri dovrà sciogliere i dubbi tattici nel futuro prossimo della squadra. Cristiano Ronaldo non ha alternative fino a quando Douglas Costa e Dybala non reggeranno i novanta minuti, non solo fisicamente ma con l'intelligenza tattica di essere utili al gioco.

La rinascita di Dybala, dopo l'estate di mercato, si spiega con una semplice constatazione: l'argentino ha capito di non essere indispensabile ma prezioso, ha ripreso ad allenarsi come non gli accadeva da almeno due anni, il ruolo di intoccabile non gli appartiene più e le sue indiscutibili doti vengono messe a disposizione della squadra. La Juventus si può permettere il lusso di rinunciare a Cristiano Ronaldo e mettere in campo Dybala o Douglas Costa ma resta l'interrogativo sullo stato di salute del portoghese. Il suo comportamento, al momento della staffetta con Dybala, può avere giustificazioni sul piano della tensione nervosa (cfr. Pirlo, Tevez) ma è indifendibile sulla disciplina di spogliatoio. Non ci saranno multe nei suoi confronti ma quello che è accaduto basta e avanza per smascherare il supereroe ritornato bambino viziato, maleducato e moccioso. Non credo neppure che Cristiano Ronaldo sia a fine corsa, come molte tricoteuses si augurano.

Sta a lui smentire se stesso.

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