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Mazzarri: «Mai avuto squadre da scudetto»

«Quando perdo non dormo», racconta Mazzarri. Dunque anche quest'anno deve avere un bel sonno arretrato. Ma quando parla Thohir, pare che dorma sonni tranquilli. Da Giacarta il presidente ha detto la sua senza girarci troppo intorno. In sintesi: tutti sotto esame, Mazzarri sa che voglio l'Europa poi potremo programmare il futuro, capitan Zanetti mi ha chiesto un ruolo nel management ma per ora pensi a giocare, spero di acquistare uno tra Morata, Dzeko e Torres, posso acquistare ancora un trentenne non di più. Fine. E chi vuol intendere, intenda.
Mazzarri ha inteso tutto, ma non si è spaventato. Anzi, è molto più preoccupato dagli errori della sua difesa. Non lo spaventa quel «tutti sotto esame». «Chi mi conosce sa che sono sempre stato sotto esame, fin dai tempi di Acireale. Mi fa piacere che il presidente abbia apprezzato il lavoro, lo ringrazio. Mi fa piacere che siamo d'accordo sul progetto, per programmare insieme il futuro c'è bisogno che quest'anno si finisca nel migliore dei modi, il futuro verrà programmato anche in base a quello». L'allenatore dell'Inter ha raccontato queste cose in attesa di resettare la squadra in vista dell'Udinese, si celebrava una delle tante presentazioni del suo libro («Il meglio deve ancora venire») stavolta in una libreria di Milano davanti a un pubblico di parte, quindi da non sottovalutare. E probabilmente ha sorpreso tutti quando ci ha messo la chicca. «Finora non ho mai avuto una squadra da scudetto. Se me la daranno ve lo dirò subito». Ha poi aggiunto di avere due giocatori nel cuore: Cavani e Hamsik «che incarna il calciatore ideale di ogni allenatore». Dunque anche Thohir dovrà farsi tradurre bene per intendere.
Non si nasconde, il tecnico, che per essere ascoltati bisogna vincere. Ripartire con l'Udinese. «Pericolosa, insidiosa, come l'Atalanta. Contro certe squadre e certi allenatori è difficile: sono molto bravi e sanno di metterti in difficoltà avendo due risultati su tre. Dovremo essere più bravi e anche un po' più fortunati a fare noi la partita e ad andare subito in gol». Reti mancate, pali presi: il grande rammarico. Fa una battuta: «Probabilmente sbaglio, perché ai giocatori, in allenamento, dico: prendete i pali. Però quando i pali sono tanti capisci che è un anno particolare, dove molte cose non ti girano bene». Retrogusto amaro. «Non posso credere di aver perso una partita come l'ultima. La squadra ha prodotto tanto, sembrava ci fosse un velo davanti alla porta. Finora meritavamo di più di quanto dice la classifica». Tradotto: la squadra sta crescendo, abbiamo un impianto di gioco. «E la squadra crea più degli altri».
Sarebbe tutto perfetto, se poi non arrivassero i gol altrui che sgonfiano tutto. Mazzarri ammette: «Abbiamo corretto quei pochi errori difensivi che ci sono costati gol domenica, avremmo dovuto fare più attenzione ai calci piazzati». Errori che portano sconfitte. «E a me un dolore fisico, vivo tutto sulla mia pelle». Ieri sera, luci o penombra, c'era un tanto di faccia pesta sul volto dell'allenatore. Paura del futuro? Pare di no. «La società valuta cosa fa un tecnico nei momenti difficili e tante altre cose. Ma il calcio è fatto di episodi».

Allora paura dell'Inter? Forse un po'.

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