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Medel: «Per vincere servono cuore e attributi»

Medel: «Per vincere servono cuore e attributi»

nostro inviato ad A. Gentile

«Corazon y huevos». Gary Medel, El Pitbull da Santiago del Cile, 3.105 minuti in campo con la maglia nerazzurra, 37 presenze, nessuno più di lui, ne ha saltata una: il derby d'andata: «L'ho giocato con il Boca, uno dei più sentiti ma non ce n'è uno più importante di questo, ci sarà una bella atmosfera, giocheremo una bella partita che possa divertire i tifosi».

E quindi lei sa bene come devono essere affrontate queste sfide?

«Lo so bene, corazon y huevos. Dobbiamo essere aggressivi, so cosa vuol dire, il Milan è come noi, una squadra forte che ha avuto una stagione irregolare, non c'è un giocatore in particolare che temo, io rispetto ma non temo mai nessuno».

Non crede che l'unica soluzione sia mettere in campo una mentalità offensiva e attaccare?

«Non sono d'accordo. Non direi che dobbiamo buttarci all'attacco ma dobbiamo giocare in maniera intelligente».

Un punto non serve, i tifosi si divertono se vedono giocare...

«Giocheremo con molta aggressività. Ma dobbiamo giocare anche in modo intelligente. Finora le cose non sono andate molto bene, dobbiamo accettare le critiche ma in queste ultime partite cercheremo in tutti i modi di entrare in Europa. So che questa non è certamente stata una delle stagioni migliori ma vestire questa maglia non è semplice».

Cosa pensa di noi?

«La serie A è complicata, non c'è una partita facile, puoi vincere o perdere contro chiunque».

Vi manca personalità: le secca?

«Ma noi stiamo dando il cento per cento».

Lei è stato l'unico dei centrocampisti diffidati scesi in campo a Verona a non prendere un'ammonizione: si è trattenuto per il derby?

«Quando sei dentro non stai lì a fare questi calcoli. Il giallo di Guarin ad aesempio è stato assolutamente casuale».

L'Inter sta cercando rinforzi nel suo ruolo...

«Se la squadra si rinforza sono felice e io farò il possibile per

conquistarmi un posto».

Domenica ci sarà Thohir...

«Il presidente è in contatto con ognuno di noi.

È importantissimo sapere che sarà a San Siro».

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